Regia di Macon Blair vedi scheda film
La Storia della Cittadina Ruth: Falling Down, with Love, in Oregon.
“I Don't Feel at Home in This World Anymore” (con punto messo alla fine), opera d'esordio alla regia dell'attore (piccole parti in “Gold”, “Logan Lucky”, “the Florida Project” e “American Woman”) Macon Blair (che, oltre a scriverla, si riserva un cameo spoilerante iniziale al bancone di un bar, e s'inserisce nella colonna sonora dei suoi fratelli Brooke e Will Blair con la propria performance al finger snaps / schioccar di dita), collaboratore di sempre dell'amico d'infanzia Jeremy Saulnier (ultimamente alla regia dell'apertura di stagione - i primi due episodi - di “True Detective - 3”) per il quale è stato attore principale in “Murder Party” e “Blue Ruin”, co-protagonista/secondario di “Green Room” e sceneggiatore (oltre che interprete di una piccola ma incisiva parte) di “Hold the Dark”, è un film commovente.
La gestione del sarcasmo, del cinismo, del patetismo è tanto encomiabile quanto il ritmo rutilante.
Cast perfetto, partendo ovviamente da Melanie Lynskey (“Heavenly Creatures”, “the Informant!”, “Two and a Half Men”, “Sadie”), ché il film è il suo one-woman-show, e proseguendo con Elijah Wood in versione “EveryThing Is Illuminated” pulp. Christine Woods e Robert Longstreet sono i genitori di Devon Graye, il braccio armato sacrificabile del terzetto di balordi i cui altri componenti sono David Yow e Jane Levy (al RoadHouse nell 5a parte di “Twin Peaks 3 - the Return”). Gary Anthony Williams è il Detective Bendix, sull'orlo del divorzio. Il veterano inconfondibile Myron Natwick è il gestore/ricettatore del mercatino/robivecchi.
Altro personaggio che occorre menzionare: una Pontiac FireBird frankensteinizzata con un motore Chevrolet (link imcdb.org consultato) scampata allo sfasciacarrozze e uscita dritta dritta dall'inferno suburbano di Portland.
Fotografia di Larkin Seiple (“Cop Car”, “Swiss Army Man”, “Childish Gambino: This is America” e “Luce”) e montaggio di Tomas Vengris (“Nakom” e “Kicks”).
Le sorelle Angie (Lee Eddy, moglie del regista, molto brava) e Ruth.
- “You okay?”
- “...” [Musica diegetica: “I've got a fountain down my throat...”]
- “Yeah. Just be gentle with yourself, all right? You got all the time in the world.”
- “I don't know what that means.”
- “Yeah, it's just something people say.”
Macon Blair, per titolare la sua opera prima dietro alla MdP, ruba una frase (gran colonna sonora originale e non orig., diegetica ed extra-dieg.) dallo standard gospel “This World Is Not My Home” (qui utilizzato nella versione di Fern Jones) cambiandone però un verbo, passando da (non) posso / I Can('t) Feel a (non) voglio / I Don('t) Feel, mentre le ferite si rimarginano e il sangue versato, seccato e riassorbito torna a circolare e le lucciole si accendono e si spengono.
* * * * (¼) - 8 (½)
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