Regia di David Lowery vedi scheda film
Coraggioso il regista e sceneggiatore David Lowery, il quale prende come premessa il topos narrativo della coppia spezzata da una morte e ne ricava un'interessante riflessione sul senso della sofferenza.
Dalla Storia di un fantasma alla storia universale. Coraggioso il regista e sceneggiatore David Lowery, il quale prende come premessa il topos narrativo estremamente abusato della coppia spezzata da una morte improvvisa e ne ricava un'interessante riflessione sul senso della sofferenza, del lutto: abbracciando la visione ciclica dell'esistenza, l'amore non scompare, ma è destinato a rivivere all'infinito, annullando così la morte stessa. Un'idea un po' folle da portare su schermo, ma l'autore americano ci riesce giocando su un montaggio dal ritmo ascendente, in accordo con l'approssimarsi dei cicli temporali, e sfruttando, nelle poche scene dialogate che si concede, l'efficace monologo di Will Oldham, suggestivo ed esplicativo. Poco chiara invece la scelta del formato d'immagine, un quattro terzi filtrato da due varianti cromatiche che paiono ricavate direttamente da Instagram.
Detto ciò, non si può chiudere un occhio sull'eccessiva pesantezza della prima parte di film che, seppure si giustifichi concettualmente, dà solo l'impressione di vedere Casey Affleck (comunque sottotono) e Rooney Mara sprecati. Storia di un fantasma è un'opera minimalista e inaspettatamente antiromantica, poichè parte da un sentimento individuale spropositato e lo riduce rispetto ad una prospettiva più ampia, ma senza svalutarlo.
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