Regia di David Lowery vedi scheda film
Settima arte o nona sinfonia.
Attraverso una sorta di paradossale scambio di figure allegoriche, come se fosse un impossibile passaggio del testimone, in una circolarità temporale che si sfalda, si sovrappone, si mischia e, soprattutto, prosegue, il Diavolo di Post Tenebras Lux lascia la cassetta degli attrezzi al Fantasma di A Ghost Story. Tutto ciò, forse, per sistemare, aggiustare un meccanismo rotto, un ingranaggio malfunzione di un sistema, anzi, di un luogo eterotopico (un luogo magico che, probabilmente, viene chiamato "Jauja"; in-quadrato come Jauja) dalle sfumature e (pro)fumi malickiani. Lo stesso terreno, probabilmente, sul quale si ergeva, si erge e/o si ergerà il Mekong Hotel. Insomma, un centro di recupero per i ricordi, nel quale, appunto, la cura per salvare essi è la settima arte; l'incantesimo (per scongiurare l'oscurità) è il Cinema. E finalmente liberarsi.
E si fa ritorno a Casa.
Dall'inizio alla fine, si ha come la sensazione di assistere ad un film-ricordo. Qualcosa di intimamente ectoplasmatico. Insomma, un "filmino di famiglia" ripreso da un fantasma o, forse, un "filmino di fantasmi" ripreso da una famiglia.
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