Regia di Diego Olivares vedi scheda film
Nel Casertano, Cosimo (Gallo) ha contratto un tumore causato dai veleni del terreno che lavora e dove alleva mucche. L'avvocato proprietario dell'appezzamento limitrofo (Esposito), in ascesa nella politica locale, fa di tutto per portarglielo via con offerte lusinghiere, volendone fare l'ennesima discarica a cielo aperto per rifiuti altamente inquinanti e pericolosi. Nonostante il tumore di Cosimo, disposto a cedere alla morte quanto al suo potenziale acquirente, sua moglie Rosaria (Ranieri) offre una spasmodica resistenza pur di non cedere al ricatto.
È dal lontano 2003 (I cinghiali di Portici) che non si vedeva un film del cinquantenne napoletano Diego Olivares, che qui torna con un'opera di grande impegno politico e civile che ci porta dritti agli orrori della terra dei fuochi. Il tema delle ecomafie à la Saviano e la presenza di Salvatore Esposito rimandano immediatamente la memoria alla serie Gomorra, ma qui lo stile - che risente di un'impostazione narrativa giocata eccessivamente su singoli quadretti - è tutt'altra cosa, giocato in sordina, su un registro che non ammicca mai alla violenza da gangster movie, ma cerca di mostrare la dignità di persone calpestate dalla camorra.
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