Regia di Patrick Hughes vedi scheda film
Chi protegge il testimone? Anzi il killer? Perché Darius Kincard non è certo uno stinco di santo, ma nonostante ciò, deve arrivare incolume fino in Olanda, alla Corte penale internazionale, per riferire particolari importanti necessari ad incastrare un pericoloso e vendicativo boss russo.
Ma quando la bella agente dell’Interpool, Amelia, rimane vittima di un tranello che non le permette libertà d’agire, la donna sarà costretta a chiedere aiuto al suo aitante ex boyfriend, Michael Bryce. Che non è un tipo qualunque, ma una delle più efficienti ed abili guardie del corpo.
Tra il nero bizzarro, inaffidabile e caratteriale Darius ed il preciso e professionale Michael nasce pertanto una collaborazione forzosa destinata a produrre risultati esplosivi, ma soprattutto esilaranti.
Commedia ironica tutta action gradasso che l’esperto dei ritmi concitati Patrick Hughes (I Mercenari 3) gestisce con indubbia professionalità, mentre gli sceneggiatori pensano a far virare lo spirito della commedia verso la satira demenziale e sin un po’ greve (con punte ai limiti della parodia, non fosse altro che dal manifesto che scimmiotta Guarda del Corpo con la coppia Costner/Houston, in pieni anni ’90), che produce un risultato rutilante e, almeno a sprazzi, abbastanza divertente: risate grasse, momenti esilaranti, ma pur sempre contenuti all’interno di un baraccone che, verso la fine, finisce anche per stancare un po’ e per denunciare la sua estroversa, ridanciana inconsistenza.
E se Ryan Reynolds non è certo nuovo a certi scurrili umorismi in cui l’attore ironizza pure sulla propria prestanza fisica (ma certo Deadpool era tutta un’altra cosa!), tanto meno per Samuel L. Jackson questa può essere considerata una stravagante parentesi di svago, essendo l’attore, versatile per eccellenza, piuttosto propenso a sbilanciarsi tra vari registri con una naturale e quasi avventata disinvoltura.
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