Regia di Patrick Hughes vedi scheda film
Chissà se è una semplice coincidenza oppure la presenza di due attori tarantiniani come Samuel Lee Jackson e Salma Hayek (“Dal tramonto all’alba”, scritto dal buon Quentin) faccia parte del piano escogitato dal regista di “Come ti ammazzo il bodyguard” per conquistare lo stuolo di ammiratori del regista di “Pulp Fiction”. D’altronde il dubbio chiama in causa l’incertezza che si respira all’interno del film quando, con il passare dei minuti il regista dimostra di non saper scegliere da che parte stare: e cioè se optare per la realizzazione di un film fracassone e un po' tamarro, tutto scoppi e inseguimenti automobilistici, oppure virare in direzione dei personaggi, concedendosi la possibilità di sviluppare le potenzialità intrinseche al contrasti di stili e di immaginario che Samuel L. Jackson e Ryan Reynolds offrono ai rispettivi ruoli. Seguendo le regole del buddy movie il regista Patrick Hughes immagina la sua storia come una sorta di ottovolante incaricato di portare a spasso i due litiganti, costretti dalle circostanze ad allearsi nonostante le reciproche idiosincrasie. Se potessero infatti Michael Bryce (Reynolds), bodyguard caduto in disgrazia, e Darius Kincaid (Jackson), killer a pagamento finito in gattabuia, farebbero di tutto per evitarsi o al massino gareggerebbero nel farsi la pelle uno all’altro, se non fosse che la necessità di testimoniare contro il perfido di turno (un Gary Oldman sempre gigione quando si tratta di fare il cattivo) da parte di Kincaid e la volontà di Bryce di riscattarsi dal proprio passato fanno si che quest’ultimo accetti di fare la guardia del corpo dell’omicida, proteggendolo da chi gli vorrebbe impedire di raggiungere Londra e l’aula del tribunale dove si tiene il processo nei confronti del malvagio dittatore. Detto che per arrivarci ne succederanno di tutte i colori, e che in certi casi sembrerà di assistere a una costola della saga di Fast and Furious “Come ti ammazzo il bodyguard” risulta discontinuo, riuscendo a divertire solo a tratti. L’impressione è che con il materiale a disposizione si sarebbe potuto fare un prodotto migliore.
(icinemaniaci.blogspot.it)
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