Regia di Shane Abbess vedi scheda film
Tempi di colonizzazione, interplanetaria in questo caso, ma del resto in linea col periodo, un futuro prossimo, distopico quanto basta per inserirsi in un filone ormai infinito, ove le persone, prese singolarmente, sono sempre più vittime di strategie e piani in capo a società appaltatrici, al servizio di una organizzazione intergalattica che tutto vede e tutto dispone.
In questo contesto ben poco rassicurante, seguiamo le concitate azioni di un ex infermiere divenuto fuggiasco e ramingo di nome Sy Lombrok (Kellan Lutz), costretto suo malgrado ad allearsi con un militare di nome Kane Sommerville (Daniel MacPherson), al soldo della compagnia appaltatrice Exor, che lucra sulla imminente crisi dei mondi nei quali opera ed organizza.
I due si impegneranno a salvare la giovane figlia del militare, cercando di fuggire a creature mostruose e pericoli micidiali, lungo un sentiero di terre e cieli dalle mille insidie.
Qualche scenario suggestivo non impedisce al film di risultare un polpettone gravato da personaggi qualunque, scritti e descritti come mille altri, che interagiscono entro un sottobosco di avvenimenti e situazioni visti migliaia di altre volte.
Inutile, anzi ancor più disturbante, il tentativo di buttarla sul patetico: il film di produzione australiana con il divetto culturista Kellan Lutz (è stato Ercole per Renny Harlin nel 2014 non per caso), non decolla mai per né per presa emotiva, né per circostanze inerenti la svolta narrativa, scontata e piatta come non mai.
In regia l’australiano Shane Abbes, che non ci pare dotato di una particolarmente spiccata personalità in grado di farcelo tener d’occhio o da conto per il futuro.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta