Regia di Don Siegel vedi scheda film
Il capo della polizia Russell (Fonda) concede 72 ore di tempo agli agenti Madigan e Bonner (Widmark e Guardino) per acciuffare il pluriomicida Barney Banesh (Ihnat), che i due agenti si sono precedentemente lasciati sfuggire.
La sceneggiatura firmata dall'ex black listed Abraham Polonsky (scritta insieme a tale Howard Rodman) ha il pregio di gettare uno sguardo più realistico e (per l'epoca) innovativo all'interno del genere, in particolare riguardo alle figure dei poliziotti, di cui ci viene offerto un ritratto che contempla anche i loro problemi quotidiani e la loro "fallibilità". Senza esagerare potremmo definire questa pellicola una specie di apripista per il rinnovamento che investirà il genere poliziesco negli anni settanta: a parte la serie di "Callaghan", non possiamo non citare "Il braccio violento della legge" di William Friedkin, e "I nuovi centurioni" di Richard Fleischer.
Anche se bisogna dire che la pellicola di Siegel non possiede la medesima incisività delle succitate opere, a causa innanzitutto di una certa verbosità nella sceneggiatura e soprattutto dell'eccessivo spazio dedicato alla vita familiare dei poliziotti (in particolare per quanto riguarda la relazione extra-coniugale di Henry Fonda). Infatti a metà pellicola c'è un evidente calo di tensione, e il ritmo finisce per sembrare quasi quello di una serie televisiva. Siegel ha mestiere e le sequenze d'azione sono ottimamente coreografate, ma "Squadra omicidi sparate a vista!" non rientra certo tra i suoi film migliori.
Il cast comunque è ottimo: Richard Widmark grintoso e coriaceo, efficacemente contrapposto alla fredda inflessibilità di Henry Fonda, e poi ancora James Whitmore e Harry Guardino come solidi e affidabili comprimari. Invadente la colonna sonora di Don Costa.
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