La recensione su Suburbicon

di LAMPUR

8 stelle

Clooney alla regia, ok. Ma qui il film lo fanno i fratelli Coen, con il loro tocco geniale ed inconfondibile. Gioiellino imperdibile questo Suburbicon, che cerca di farsi spazio tra elefantiaci colossi natalizi, godendo di un marketing risicato e di pochissime sale (anche qui a Roma, immagino in provincia..).

Tutta la sagacia, lo humour nero e gli incastri a pioggia che ti tengono appiccicato allo schermo in un crescendo rossiniano di tracimante follia.

Forse giusto Matt Damon troppo incollato ad una maschera perennemente corrucciata ed impassibile, che viaggia spedito per la sua missione, come anche il doppelganger Julianne Moore, entrambi inconsapevoli di essere solo pedine di un ingranaggio che incastrerà tutti.

Altro che ruote alleniane.. qui la giostra c'è davvero! Ottovolante vertiginoso e mille trappole di una casa degli orrori edificata in un villaggio anni '50, stile The Truman Show, dove la perfezione e l'idillio apparenti nascondono i sentimenti peggiori.

E poi genialate di montaggio a gogo' e tagli di camera da manuale, dei quali sarei curioso di sapere quanta farina clooneyana abbia davvero partecipato al delizioso impasto.. e ancora musiche perfettamente in linea, mai invadenti, ma soprattutto un cast funzionale, personaggi ficcanti e determinati, dialoghi caustici, profili inquietanti e, in parallelo, in questo “new village” patinato, tutto sorrisi e dolcezza, la presenza destabilizzante di una coppia di neri che aspirerebbe solo alla pacifica integrazione, ma che diverrà oggetto - storia nella storia - di vessazione crescente da parte dell'ottusa comunità, così occupata nella caccia alle streghe da rendersi incapace anche solo di scorgere le mostruosità che lievitano nelle pieghe degli adiacenti e paciosi nuclei familiari.

Nota finale per il fantastico ragazzino deus ex machina e protagonista assoluto.

Ecco Woody.. guardati i Coen e fatti spiegare come vanno utilizzati i bambini prodigio..