Regia di George Clooney vedi scheda film
Suburbicon (2017): locandina
VENEZIA 74 - CONCORSO
Nella idilliaca cittadina di Suburbicon, a fine anni '50, l'ingresso in comunità di una famiglia di colore infiamma gli animi ed incita a comportamenti intolleranti che sfociano in sempre piu' sconsidetati episodi di violenza sempre più ostile ai danni dei nuovi arrivati. Grazie, anzi a causa di questi ultimi, impariamo a conoscere la famiglia che abita vicino a loro: il figlio decenne Nicky Lodge e i genitori, più la zia, sorella gemella della madre inferma del piccolo.
Una atmosfera sempre più strana caratterizza l'ambiente circostante, fino alla notte in cui Nicky viene svegliato bruscamente nel cuore della notte: qualcosa di molto grave sta avvenendo nella cucina di casa e dà quel momento per il ragazzo tutto è destinato a cambiare, nel segno del sangue e della violenza più efferata, che scorreranno a fiumi.
Suburbicon (2017): Matt Damon, Julianne Moore
Suburbicon (2017): Matt Damon
Da una sceneggiatura che sarebbe stata perfetta ad inizio anni '80, i Coen riprovano a tornare sui passi del loro fulminante esordio di Blood Simple.
Ma, forse per qualche senso di colpa, affidano ad un bravo diligente regista glamour come sa esserlo George Clooney, la responsabilità della trasposizione del loro script.
La storia noir-pulp si indovina dopo 10 minuti, ma non è certo quello il vero problema.
Il tempo è passato e certe storie ad incastro perfetto appaiono inesorabilmente come dei déjà vu.
Julienne Moore inoltre inspiegabilmente si sdoppia un una ingenua e poco credibile versione mora e bionda senza un vero costrutto: molto meglio e più saggio trovarne una interprete che rendesse più opportuna e vtedibile la parte di una qualunque delle due sorelle. Senza tanto strafare inutile.
Attori funzionali, Damon sgradevole quanto basta, ma nel ruolo dello zio opulento, onesto ed ingenuo era d'obbligo riuscire a scritturare John Goodman.
Suburbicon (2017): Noah Jupe, Matt Damon
La vicenda dell'intolleranza razzista mi pare strumentalizzata e presentata in modo sin troppo caricaturale ed agguerrito, smodato e con una escalation troppo semplificata per risultare plausibile.
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Hai esaltato l'evanescente Allen e denigrato questo gioiellino.. mi dispiace Alan.. stavolta non posso esserti di conforto... ;)
....non lo sei stato nemmeno col gioiello Tormentero, se è per questo.... ma ti perdono Franco, visto che sei davvero simpatico eheh :-)
Comunque questo film sarebbe stato perfetto se fosse stato girato a fine anni '80... ora risulta tutto prevedibile e troppo costruito... e Clooney, per quanto a volte bravo regista (solo a volte), non è certo paragonabile ai due Coen. Ciao!!
visto ieri sera: per chi ha una "carriera" di spettatore dei Coen alle spalle purtroppo è difficile dissentire da Alan S (speriamo sia lo stesso con Allen!)
d'accordo con la recensione di Alan: film non riuscito, troppo "black" e troppo poco "comedy"
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