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Good Time

Regia di Ben Safdie, Joshua Safdie vedi scheda film

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La recensione su Good Time

di laulilla
8 stelle

Presentato in concorso a Cannes, dove è stato bene accolto,questo film è firmato dai fratelli Safdie: Ben (che del film è anche sceneggiatore e protagonista) e Joshua, cineasti indipendenti newyorchesi, poco conosciuti in Europa e quasi sconosciuti in Italia.

Presentato in concorso a Cannes, questo film è firmato dai fratelli Safdie: Ben (che del film è anche sceneggiatore e protagonista) e Joshua, cineasti indipendenti newyorchesi, poco conosciuti in Europa e quasi sconosciuti in Italia. Nonostante la loro scarsa notorietà e nonostante questo loro lavoro (a basso budget) si confrontasse con opere di autori  ben più noti e blasonati, il film non è passato inosservato, ottenendo anche la gratificazione di una Palma per la funzionale colonna sonora (di Oneohtrix Point Never). Significativo il sostegno convinto dei Cahiers du Cinema che a quest’opera ha dedicato un’ampia recensione nonché due interviste (pagg. 20 -29 del numero di settembre).

 

Il film potrebbe  sembrare un noir costruito intorno al progetto di una rapina in banca, finita malamente, dopo essere stata ideata e studiata in modo grossolano e ingenuo da Connie (Robert Pattinson), giovane balordo, senz’arte né parte, che viveva di espedienti e di spaccio nella sterminata periferia del Queens a est di Manhattan. Egli era convinto che quella rapina sarebbe stata il colpo grosso della sua vita, quello che gli avrebbe permesso di costruire il futuro senza problemi (Good Time) che aveva sempre sognato per sé e per il fratello Nick (Ben Safdie), ritardato mentale, cui era necessario il suo affetto protettivo. Le prime scene del film ci avevano presentato proprio Nick, che, con ostinato mutismo e con dolorosa inquietudine seguiva il test a cui un anziano psicologo lo stava sottoponendo. Si era messo a piangere, il povero Nick, silenziosamente. Era difficile capire che cosa lo avesse turbato (forse qualche associazione mentale dolorosa) durante quel colloquio in apparenza amichevole. Con una irruzione improvvisa, allora, Connie era entrato nell’ufficio dello psicologo e, sbraitando e minacciando, aveva portato via quel fratello disgraziato: mai avrebbe permesso di lasciarlo nelle mani di un uomo che lo stava torturando tanto da farlo piangere.
In realtà Connie era riuscito a fare di Nick il proprio inconsapevole complice nella rapina fallimentare che ho detto. La polizia, che ora li stava inseguendo, sarebbe riuscita ad acciuffare solo lui, il più fragile, il più lento a correre, il meno capace di difendersi: era infatti stato portato all’ufficio di polizia, pestato a sangue per farlo parlare e presto ricoverato all’ospedale dove era attentamente sorvegliato. Molteplici e imprevisti erano diventati però i guai per Connie; senza soldi, attivamente ricercato e intenzionato a procurarsi l’ingente somma necessaria per dare modo al fratello di tornare libero su cauzione, prima che l’interrogatorio davanti al giudice compromettesse del tutto la possibilità di fuggire, e di riprendere il sogno americano inopinatamente interrotto.. È la parte centrale del film, che, seguendo le rocambolesche avventure di Connie in fuga, fa scorrere davanti ai nostri occhi le immagini sicuramente non turistiche del mondo sotterraneo newyorkese, oscuro “doppio” dei luminosi e scintillanti grattacieli, metafora potente dell’amore fraterno che connota, nel segno della doppiezza, l’intero film, e che, nel finale a sorpresa, Nick, a modo suo, renderà chiaro.

In quella New York notturna, verità e menzogna perdono i loro contorni; il sogno si fa incubo; la dignità umana cede all’abiezione dei disperati che non hanno nulla da perdere, mentre le sorprese si susseguono, dando vita a un racconto avventuroso e teso, talvolta persino comico, per la concatenazione degli equivoci grotteschi che riportano alla memoria alcuni “notturni” scorsesiani, le disavventure di Paul Hackett, l’impiegato di After Hours , o gli incerti buoni propositi di Tommy de Vito,  il “bravo ragazzo” di Goodfellas, legato al volto giovane di Robert De Niro.

I due registi, in meno di cento minuti, hanno dato vita a un film sorprendente e avvincente, dimostrando sicurezza nella direzione degli attori, tutti molto bravi e credibili, compresi quelli trovati sulla loro strada: infermieri, guardie carcerarie e uomini della Security che hanno interpretato, talvolta con riluttanza, se stessi. Da vedere!

 

 

 

 

 

 

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