Regia di Carlo Ludovico Bragaglia vedi scheda film
Don Agostino scommette con gli amici di riuscire a passare la notte in casa di una donna sposata, Maria Grazia. Una volta che il marito è stato allontanato, don Agostino attua il suo proposito e riesce effettivamente a farsi ricevere dalla donna, ma è solo l'inizio di una serie di guai.
Casanova farebbe così fa il paio con A che servono questi quattrini?: due pellicole uscite a distanza di poco tempo (sono entrambe del 1942) che mettono in scena altrettante commedie teatrali di Eduardo e Peppino De Filippo tratte da testi originali di Armando Curcio, con i fratelli De Filippo protagonisti. Se, per l'altro titolo, dietro la macchina da presa c'era il semisconosciuto Esodo Pratelli, per Casanova farebbe così troviamo invece l'esperto Carlo Ludovico Bragaglia, che d'altronde in un prodottino tanto esile non può che limitarsi ad assecondare il più possibile la verve e l'intesa fra gli attori; nel cast compaiono anche Clelia Matania, Giorgio De Rege e Giovanni Conforti, mentre in ruoli minori - neppure accreditati - troviamo il futuro regista di genere Roberto Bianchi Montero e nientemeno che Alberto Sordi, giovanissimo. La distanza fra questa pellicola e la messa in scena teatrale è, a tratti, poca; però c'è e ne va dato atto agli autori e al regista. Durante la seconda guerra mondiale Bragaglia non interruppe la carriera, riuscendo a continuare a lavorare con copioni riciclati e mezzi di fortuna, come dimostra anche la scarsa durata di questo lavoro (un'ora appena: ma la pellicola all'epoca era diventata preziosissima); nel 1942 diresse ancora i De Filippo in Non ti pago!. 3,5/10.
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