Regia di Agnès Varda vedi scheda film
Ritenuto da molti critici come anticipatore della Nouvelle Vague, questo esordio registico era inizialmente nato come souvenir per un amico, malato terminale. Sullo sfondo di un piccolo villaggio dedito alla pesca, una coppia fa un bilancio della propria relazione: marito e moglie valutano con cuore sincero torti e ragioni di entrambi, cercando un punto d’incontro per la loro vita affettiva, nel rispetto delle reciproche differenze. A questo confronto sentimentale si alternano (talvolta meccanicamente) immagini del borgo, ripreso nella sua umile semplicità; lieta – un padre dà alla figlia il consenso per frequentare un giovane, vincitore di un torneo acquatico sui canali – o triste che sia (la morte di un bambino malato).
Benché imperfetto e discontinuo, l’innesto dello sguardo da documentario in una storia di finzione suscita qualche interesse estetico, grazie al pittoresco elemento locale e alla bravura dei giovani interpreti professionisti (Noiret era al suo secondo ruolo).
L’innegabile origine amatoriale per inesperienza tecnica viene sopperita dall’abile montaggio di Resnais.
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