Regia di Pablo Berger vedi scheda film
Visto in versione originale con sottotitoli
Al terzo lungometraggio, Berger (che l'ha scritto e diretto) non riesce a calibrare il tono di una storia in cui mescola troppi ingredienti.
Se l'ipnosi tentata da Pepe verso Carlos al ricevimento del matrimonio di un nipote della protagonista Carmen - la splendida Maribel Verdù - può far pensare al mago Voltan alleniano (La maledizione dello scorpione di giada), gli effetti del fenomeno parapsicologico non riuscito vengono declinati in chiave di pasticciata commedia alla Farrelly Bros. (Io, me & Irene) senza però la loro iconoclastia.
Spesso la trama deraglia sul thriller d'identità in connessione psichica (Shelter, 2010), pregno di humor nero nello stile di Alex de la Iglesia - ricordato anche dalla presenza di Antonio de la Torre (per cui ha girato tre film).
Flirtando pure col grottesco e l'horror da serial killer, stemperati nel fantastico sentimentale, il film manca di organicità narrativa e sbanda a più riprese per la sovrabbondanza degli elementi mal gestiti.
Raggiunge tuttavia quasi la sufficienza proprio grazie a quest'atmosfera ludica e balorda.
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