Regia di Tom Holland (II) vedi scheda film
Ah, i mitici anni ’80! Quando al cinema (perlomeno quello di genere) era più difficile prendersi sul serio, e di conseguenza molto più facile divertirsi.
Il bello di rivedere oggi “Ammazzavampiri” risiede nel suo impatto involontariamente nostalgico: gli effetti speciali gustosamente retrò, i cliché del sottogenere vampiresco che guardano a un passato cinematografico più o meno recente (la Hammer, citata apertamente nel momento in cui passa per tv lo spezzone di uno dei film della famosa casa di produzione britannica) ma sapientemente aggiornati a schemi e stilemi del decennio in questione, la stupenda sequenza di ballo-seduzione nella discoteca, sulle note di Ian Hunter.
Chris Sarandon è un cattivo affascinante e memorabile, e il film si rivela un perfetto, felicissimo equilibrio tra commedia e horror, come oggi non capita più di vedere.
Un divertissement che è diventato un cult, ancorato e al contempo rappresentativo della propria epoca.
Con un brutto sequel nel 1988 e un remake con Colin Farrell del 2011 che poteva andare peggio.
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