Regia di George Mendeluk vedi scheda film
In “Raccolto amaro” funzionano quasi esclusivamente gli intenti, che mirano a dar voce a un tragico e dimenticato capitolo della storia. L’Holodomor (termine che significa letteralmente "morte per fame") avvenne tra il 1932 e il 1933 e fu uno spietato programma di politica agraria messo in atto in Ucraina da Stalin che, privando la popolazione delle più basilari forme di sussistenza, provocò la morte di circa 10 milioni di persone. Un vero e proprio genocidio ancora oggi poco affrontato, discusso e ricordato.
Finiti però gli intenti, il film mostra fin da subito i propri limiti: personaggi stereotipati, uno script semplicistico quando non addirittura ingenuo che mira all’accumulo di riferimenti cinematografici da un lato (“Il dottor Zivago”, “Opera senza autore”) e di tematiche e percorsi narrativi dall’altro (la parentesi politica, una sofferta love story impedita dalla distanza e dalle sbarre di una prigione, la necessità di fare i conti con sé stessi e la propria identità).
Una fotografia sbiadita seppure tenuta – debolmente – in piedi da un fervore sincero e appassionato, dall’urgenza indubbiamente nobile di rendere giustizia alle vittime di una tragedia e alla memoria di noi che, oggi, non possiamo fare a meno di rapportarci con la Storia.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta