Regia di Vittorio De Sisti vedi scheda film
A metà tra l'operazione colta di recupero delle opere cinquecentesche del Ruzante e la commedia "decamerotica" (un po' come "La Betìa" di De Bosio), "Fiorina la vacca" non è poi così male. A tratti sfiora la volgarità, che però, si deve ricordare, era già presente negli originali ruzantiani. Le attrici - tranne una giovanissima Muti, non traggano in inganno le copertine del film che la ritraggono nuda - sono tutte costrette a spogliarsi, così come i maschi scorreggiano in abbondanza. Del resto quel mondo era fatto di passioni elementari, linguaggio basso ed umori corporei e naturali (fango, sudore, sperma, merda e piscio facevano da contraltare al prezioso candore del latte di vacca). Proprio una vacca, che passa di mano in mano, è il filo conduttore della vicenda, che vede protagonisti uomini avidi e donne ingenue, mariti cornuti e mogli vendicative. Su tutto però domina la fame, che spinge gli uomini ad andare in guerra e le donne a rinunciare all'amore per riempirsi la pancia. Il film riesce anche a far risaltare la modernità della poetica del Ruzante che, nelle parole pronunciate nel finale dal personaggio Ruzante interpretato da Gastone Moschin, marito becco e bastonato, lancia anche un messaggio pacifista, quando ricorda che "la guerra serve soltanto a far diventare più ricchi i ricchi e più poveri i poveri". A lui ha anche fatto perdere la moglie (che si è accasata con il ricco Beolco) e la vacca (venduta per comprare le armi per la guerra), entrambe significativamente di nome Fiorina. Il dialetto veneto del Ruzante è ben reso da validi attori di teatro di diversa provenienza quali Moschin, Montagnani, Carotenuto e Andreasi. Decorativa la presenza delle donne, in particolare una giovane Janet Agren, ma anche Angela Covello e Graziella Galvani, per non parlare delle quasi inedite Ornella Muti e Jenny Tamburi.
Qualche buom pezzo medivaleggiante.
Il migliore del gruppo, com'era prevedibile.
Riesce a tenere lo spettacolo un gradino al di sopra della volgarità media di prodotti analoghi del periodo.
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