Regia di Amanda Sthers vedi scheda film
Impianto da pièce teatrale per questa commedia ricca di una verbosità ed un humor che ricorda le migliori prove di Woody Allen.
Può essere semplicisticamente definita una commedia classista dove, per esasperarne i toni, si contrappongono i caratteri di (stra)ricchi capricciosi ed annoiati contro quelli di ingenue domestiche sognatrici.
Come non parteggiare per quest'ultime!
Infatti la regista fa di tutto per farci odiare questi beceri personaggi squallidi con l'adulterio facile, la puzza sotto il naso e con quel senso antico di potere ereditario che ci fa tornare indietro al tempo del privilegio dettato dalla casta.
Alla faccia dell'attuale cultura democratica e progressista!
Opera godibile e ben scritta che colpisce per alcune curiosità riguardante l'eterogeneo e controverso cast:
una Rossi de Palma (picassesca) che da caratterista per Almodovar qui si ritaglia (pare l'abbia richiesto espressamente alla regista) un ruolo da co-protagonista e diventa il fulcro dell'intera vicenda descritta;
un Harvey Keitel che non ricordavo così brillante, in fondo la mia mente non può che associarlo ad un personaggio violento ed ambiguo pensando al tarantiniano Mr Wolf o al 'Cattivo tenente' di Ferrara (per non parlare del pappone di Taxy driver);
una Toni Collette che le mie limitate memorie associavano alla svampita ragazza-madre di 'About a boy', in coppia con Hugh Grant, mentre qua interpreta una perfida e cinica padrona di casa.
Inoltre mi fa strano vedere un attore, Michael Smiley (che associo alle violentissime gesta dei personaggi del grande regista indipendente Ben Wheatley), anche lui con delle asimmetrie facciali come la de Palma mica da poco, nel ruolo di un nobile, affabile e gentilissimo critico d'arte inglese.
Da vedere, nonostante quel senso di latente fastidio che lascia alla fine della visione.
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