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DRIB

Regia di Kristoffer Borgli vedi scheda film

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La recensione su DRIB

di mm40
5 stelle

Amir è un comico norvegese di origine iraniana; ama organizzare scherzi pericolosi che gli hanno garantito una certa notorietà sul web. Viene contattato da un'agenzia pubblicitaria per promuovere una nota marca di energy drink. Amir accetta, ma tutto prende fin da subito a girare per il verso sbagliato: il direttore della campagna pubblicitaria è un sadico isterico, il committente cambia continuamente idea sul prodotto che vorrebbe realizzare e, per finire, Amir si dimostra inaffidabile e pazzo proprio come appariva nei suoi video sul web.


Tutto prende spunto da Internet famous, corto girato nel 2014 da Kristoffer Borgli che vedeva protagonista Amir Asgharnejad; la coppia si ricompone tre anni più tardi per dare vita a questo Drib (nome di una bevanda energetica immaginaria), un lavoro perennemente a cavallo tra documentario e film a soggetto, tra spietata, caustica descrizione della realtà e zingarata, supercazzola assoluta. Una pellicola insomma nella quale distinguere il vero dal falso è una continua impresa, tutta giocata sul filo del verosimile, ovvero sulla disponibilità dello spettatore a dare credito alla narrazione. Il copione è firmato dallo stesso Borgli e, pur non brillando più di tanto per fantasia, riesce comunque a tessere pian piano una trama fatta di apparenza, vanità, potere, arrivismo, sopraffazione, inganno e soprattutto di una violenza sotterranea che man mano emerge sempre più prepotente nel racconto. Se Asgharnejad riesce a rimanere aderente al suo personaggio autoreferenziale e al tempo stesso di fantasia, romanzato attorno a lui stesso, molto bravo è invece Brett Gelman nell'odioso ruolo di Brady; Adam Pearson compare poi nei panni di un Pearson leggermente sopra le righe. Qualcosa può risultare troppo semplice, la morale è senz'altro poca cosa (viviamo tempi inaffidabili, nei quali l'essere è l'apparire), ma la riflessione a margine sulla mascolinità tossica (fondamentalmente neppure così importante nell'economia del lavoro) è preziosa. 5,5/10.

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