Regia di Stelvio Massi vedi scheda film
"Alta alta è la marea, Sandokan c'ha la diarèa", canticchia festante Er Monnezza al figlioletto di pochi mesi, tenendolo in braccio. Ecco, lo spirito di questo La banda del Trucido si può riassumere tutto in questa scenetta, in questa battuta anzi: come vecchie barzellette sporche, come modi di dire volgari ed altrettanto sorpassati, il cinema di Massi, esperto del poliziottesco, è praticamente già avariato alla sua uscita. Er Monnezza - il riccioluto e sboccato personaggio di Milian, che ne cura anche i dialoghi personalmente - è diretto discendente del Nico Giraldi della serie diretta da Corbucci, cominciata l'anno precedente con Squadra antiscippo e Squadra antifurto; il commissario Ghini non è altro che una blanda riproposizione, perfino più scialba dell'originale, del personaggio di Maurizio Merli chiamato Betti o Tanzi a seconda dell'estro del momento (Napoli violenta, Roma a mano armata solo per citare due titoli); la trama stessa, in fondo, si confonde con quelle di numerosi altri titoli contemporanei. La banda del Trucido rimane per lo meno un chiaro esempio di cosa si intenda con 'poliziottesco': il poliziesco (all'italiana: cronaca nera, città violenta, sbirri impotenti di fronte alla legge) mischiato al demenziale. Sceneggiatura del regista, dell'esperto Dardano Sacchetti e di sua moglie Elisa Livia Briganti; nel cast oltre a Milian c'è il 'capo dei buoni', il commissario Ghini interpretato da Luc Merenda con i limiti che gli si conoscono, ma anche parti minori per Franco Citti e Mario Brega. 2/10.
Il commissario Ghini dà la caccia ad una banda di rapinatori assassini; per le sue complicate indagini ha bisogno dell'aiuto di un ex delinquente ormai 'pentito': Er Monnezza, bruto burino che ha aperto una trattoria e si è sposato...
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