Regia di Maurizio Lucidi vedi scheda film
Una quantità sorprendente di droga viene incastonata all’interno di un enorme crocifisso che dalla Sicilia giunge sino ad una chiesa cattolica di San Francisco: l’uno per rendere sfacciatamente omaggio ad una comunità religiosa che si prende carico delle anime attorno ad una delle più grandi e suggestive città statunitensi, di fatto più che mai nelle mani della tentacolare organizzazione criminale di origine italiana, l’altro, quello occultato al suo interno, pronto per essere spacciato ad un bacino d’utenza più che mai allettante.
Il boss locale americano, imbarazzato quasi quanto il vescovo, disconosce quel gesto sacrilego ed incarica un suo brillante nipote di nome Ulisse (Roger Moore) e un suo scanzonato collaboratore (Stacy Keach) di indagare sui mittenti del “dono” apparentemente anonimo, ma destinato ad accontentare tutte le richieste attorno alla suggestiva e scoscesa metropoli californiana.
Maurizio Lucidi, regista spesso impegnato in produzioni italiane ma di respiro ed ambizione internazionale, film di genere spesso almeno curiosi, e già aiuto regista di Pasolini ne “Il vangelo secondo Matteo”, dirige uno scanzonato thriller spionistico concitato e dinamico, infarcito di momenti e situazioni qua e là ridicole o inverosimili, ma impreziosito da scene d’azione ed inseguimenti d’auto lungo le pendenze metropolitane di san Francisco, borghi marinari irresistibili come Sausalito, o nelle ammalianti strade tortuose che cingono le brulle località limitrofe della metropoli, che sono davvero uno spasso e di grande suggestione visiva.
Certo Roger Moore, classe immutata e gran presenza scenica, gatto sornione simpatico ed irresistibile almeno come nei bond movies che girava in quel suo periodo d’oro tra i ’70 e gli ‘80, si fatica un po’ a crederlo figlio o parente di un boss della mala sicula, e così pure a sentirlo pronunciare frasi con l’inconfondibile inflessione meridionale.
Tuttavia in coppia con un giovane e (allora) snello Stacy Keach – sicario simpatico e molesto dalle soluzioni rapide e spesso fracassone, se non devastanti o distruttive senza mezzi termini, costituisce una coppia ironica, eterogenea e divertente quasi quanto quella di “Attenti a quei due” con Tony Curtis, per un film senza troppe pretese certo, ma godibile e, nonostante la presenza tentacolare di “mamma santissima”, davvero molto americano.
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