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Tre manifesti a Ebbing, Missouri

Regia di Martin McDonagh vedi scheda film

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La recensione su Tre manifesti a Ebbing, Missouri

di YellowBastard
8 stelle

Tre Manifesti a Ebbing, Missuri di Martin McDonagh è una dark comedy violenta e arrabbiata (ma non rabbiosa) ma anche estremamente lucida e sprezzante, per niente stereotipata o semplicistica ma, soprattutto, niente affatto scontata.
E’ invece proprio il politicamente corretto, a sorpresa, la prima illustre vittima di una pellicola che non fa sconti a niente e a nessuno e che colpisce ovunque, dalle istituzioni, a partire ovviamente da quella della polizia, alla comunità americana, provinciale e bigotta, fino al buonismo o a un qualunquismo imperante a cui il film risponde con un umorismo nero e caustico che non lascia scampo a nessuno, nemmeno alla protagonista.

 

File:Tre manifesti a Ebbing, Missouri.png - Wikipedia

 

Ma è soprattutto a livello di sceneggiatura, ad opera dello stesso McDonagh, e di scrittura dei personaggi che la pellicola si eleva rispetto alla media.
Si presenta come un film “teoricamente” di buoni e cattivi, di un crimine orrendo e di una madre in cerca di giustizia (o di vendetta?) e quindi di una salvifica catarsi finale a risolvere ogni cosa, e invece tutto questo si dimostra soltanto un ossimoro, dove il bene e il male in realtà si mischiano fino a perdere quasi di ogni significato, lasciandosi dietro soltanto rabbia e dolore a prevaricare su tutto e tutti e a travolgere ogni cosa, senza alcuna pietà.
Ogni personaggio è colpevole di qualcosa, chi più e chi meno, e la consapevolezza di questo porta a un senso di colpa che, a sua volta, e soprattutto nella protagonista, si tramuta velocemente in una rabbia tale da trasformare e/o trasfigurare ogni personaggio o situazione con cui viene a contatto, in un mondo dove il “male”, quello consapevole quanto anche e soprattutto quello inconsapevole, sembra ormai parte integrante della propria natura mentre il “bene”, al contrario, sembra un concetto onirico, quasi inafferrabile.


Ottime le interpretazioni degli attori, anche grazie a personaggi scritti splendidamente, lontanissimi dai soliti clichè almeno quanto dolorosamente umani, a partire dalla protagonista Frances McDormand, indolente e tragica ma anche una forza indomabile e vendicativa, fino a un asciutto Woody Harrelson, nel personaggio più dolente e umano della pellicola, fino ad uno strepitoso Sam Rockwell, interprete probabilmente del vero protagonista della pellicola e quello con l’arco narrativo più ampio e importante, che riesce a dare profondità e spessore al suo vice-sceriffo Dixon, testa calda razzista, infantile e violento ma anche uomo, a suo modo, buono e dal cuore quasi “puro” (inteso come talmente “elementale” che un mondo come questo non può che portarlo a estremizzare in modo incontrollato qualsiasi genere di pulsione, bella o brutta che sia).

La scoperta e l’evoluzione del suo personaggio è uno degli aspetti più importanti e fondamentali della pellicola.

 

THREE BILLBOARDS OUTSIDE OF EBBING, MISSOURI - LaScimmiaPensa.com

 

Veramente ottime ed evocative, infine, le musiche del film di Carter Burnwell, mai troppo invasive o forzate ma capaci invece di accompagnare con efficacia ed emozione i vari momenti della pellicola, come anche il finale lasciato aperto, senza alcuna predica o soluzione di genere, ma a suo modo definitivo e, soprattutto, così precariamente umano.

 

VOTO: 8

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