Regia di Martin McDonagh vedi scheda film
Sboccato e qualunquista.
Il profluvio di elogi piovuto ecumenicamente sull'interpretazione di Frances McDormand, e concretizzatosi nell'assegnazione dell'Oscar come migliore attrice, è da attribuirsi alla supposta anticonvenzionalità del suo personaggio. Apparentemente siamo di fronte a una donna che conduce da sola un'aspra battaglia al fine di ottenere la verità sulla morte di sua figlia. Una donna forte che non si cura della malattia terminale dello sceriffo della sua città, dei pregiudizi dei concittadini, della disapprovazione della sua stessa famiglia. Lei va avanti come un proiettile, tra una parolaccia con due zeta e una molotov gettata sulla caserma di quei cattivoni che persistono nel non voler risolvere il suo caso. In realtà, è la quintessenza del conformismo. Il sottotesto femminista è talmente evidente da esser nauseante: la McDormand, vestendosi da maschiaccio ed esprimendosi come una scaricatrice di porto, non combatte per avere giustizia per la sua tragedia, ma piuttosto per affermare l'indipendenza e l'eguaglianza della donna. Una battaglia nobile e sacrosanta, ma anche piuttosto sdoganata, frusta e ruffiana nel panorama della cinematografia moderna. Quali più facili bersagli della polizia, sempre nell'occhio del ciclone negli States per le violenze sui neri, e della Chiesa, nella persona del malcapitato sacerdote a cui non viene concesso nemmeno il bene di una minima replica agli smoccoli (totalmente fuori contesto) della McDormand? Con il suo personaggio sopra le righe, McDormand alza la posta in gioco: la rabbia che ha in corpo appare persino sovradimensionata rispetto alla tragedia capitatale, è il sentimento di rivalsa della donna, più antico ed universale, ma è anche il grido di insoddisfazione della società intera nei confronti dell'autorità. Dal particolare di una tragedia privata (affrontata in maniera saltuaria, elusiva e raffazzonata), si sposta lo scontro ad un terreno più ampio ed afferente alla sfera del già visto. Senza concludere nulla per quanto concerne il crimine di partenza (che è solo uno strumento funzionale a dare l'avvio alla storia), e senza aggiungere alcunché rispetto a quella teoria di titoli d'impatto sociale - autentici manuali di qualunquismo prêt-à-porter - che ogni anno si disputano la vittoria degli Oscar senza discussioni.
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