Regia di Martin McDonagh vedi scheda film
L'odio e la cattiveria impregnano il film in ogni grado e sfaccettatura, ma dietro alla tumefazione del male s'intrufola in silenzio la voglia di bene.
Arrivato alla terza regia e sceneggiatura per il cinema, Martin McDonagh scatta l'acidissima fotografia di un'America stremata dal suo stesso rancore al punto da sentirsi di dover vomitare una volta per tutte razzismi e violenze in cambio di un bagno ristoratore nella gentilezza. La redenzione di quest'America s'incarna in due figure di titanica stazza tragica: da un lato una donna matura (una marmorea Frances McDormand) cui qualcuno ha violentato e poi ucciso la giovane figlia, dall'altro un poliziotto aggressivo e squilibrato (Sam Rockwell, strabiliante). L'odio e la cattiveria impregnano il film in ogni grado e sfaccettatura (insulti, parolacce, azioni scorrette o infamanti, ritorsioni), ma dietro alla tumefazione del male s'intrufola in silenzio la voglia di bene: basta l'amore di un gesto di disinteressata umanità (il salvataggio in extremis del dossier), basta qualcuno che sappia porgere l'altra guancia (o il beccuccio di una cannuccia...). La vicenda dei tre manifesti a Ebbing insegna che il mondo è già crudele abbastanza di per sé (c'è il cancro, c'è chi stupra, c'è chi ammazza): di ulteriore veleno non vi è necessità. Tra Quentin Tarantino e i fratelli Coen, la commedia nera diverte ma è anche contaminata dal magone della verità, perché alla fine abbandona con coraggio lo spettatore alla propria obbligata decisione politica e morale. Oscar a entrambi gli attori citati.
Richiama (e non è un caso) le sue musiche per Fargo la colonna sonora firmata da Carter Burwell.
♥ Film ECCELLENTE (9) — Bollino ROSSO
VISTO al CINEMA
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