Regia di Martin McDonagh vedi scheda film
Una donna affitta tre cartelloni pubblicitari per chiedere allo sceriffo locale di trovare i colpevoli dello stupro e dell'omicidio di sua figlia. I manifesti causano scalpore in città, ma ancora di più lo farà il suicidio dello sceriffo, che era peraltro malato terminale di cancro.
Stamattina sono andato in Comune all’Ufficio Affissioni e ho preso tre cartelloni giganti sulla tangenziale per scrivere, in sequenza: “CHE DELUSIONE”; “UN’ALTRA PAGLIACCIATA AMERICANA SENZA CAPO NE’ CODA?”; “RIDAMMI I MIEI 7,50€ McDONAGH”.
Poco dopo Martin McDonagh ha bussato alla mia porta dicendomi che lui ha fatto il possibile sia come regista che come sceneggiatore per dare un senso a una storia piena di falle logiche che neanche un colabrodo e si scusa per aver miseramente fallito, ma che gli attori principali (Frances McDormand, Woody Harrelson e Sam Rockwell) sono stati comunque bravissimi e con quello dovrei accontentarmi.
Dice che non è colpa sua se lo spettatore medio non si chiede come mai dei personaggi entrino a caso e scompaiano altrettanto senza ragione da un film, che il pubblico adora i poliziotti pasticcioni che leggono i fumetti mangiando ciambelle e cavolate così, che è normale avere un estintore gigante sempre pronto sul sedile del passeggero, quando in auto passi davanti a un incendio apocalittico, o non accorgersi che il palazzo in cui ti trovi è avvolto dalle fiamme solo perchè è buio e hai gli auricolari nelle orecchie.
Non dovrei prendermela, insomma, e soprattutto non dovrei accanirmi con lui perché tutti in città lo sanno che è malato: soffre infatti di una grave forma di superficialità, un morbo che ti fa trattare tutto un tanto al chilo e ti impedisce di scendere oltre l'aspetto grossolano delle cose.
Lo sapevo anche io, dico la verità. Ma i manifesti li lascio lì, ormai li ho pagati. E chissà che non servano a evitare che qualcun altro cada nella mia stessa trappola. 3/10.
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