Regia di Martin McDonagh vedi scheda film
Il film perfetto del regista Martin McDonagh. Brutale, sarcastico, commovente.
Una protagonista (Frances McDormand) straordinaria - se non avrà l’oscar sarà un delitto - che ricalca la poetica di Clint Estwood, con le sue ruvidezze, disillusioni, coerenze, forza di volontà, scheletri nell’armadio. Basterebbe questo per farne un film imperdibile, ma c’è molto di più in questo grandioso film di McDonagh. Un film duro, a tratti indigesto, sorprendentemente comico, non facile da catalogare. Uno spaccato della peggiore provincia americana, metafora delle nostre peggiori paure e insicurezze, nel quale si muovono all’unisono i perdenti. È un anche un film sulle inesorabili leggi del contrappasso, dove il boomerang del destino alla fine riequilibra sempre le cose. Così alla fine siamo tutti meno perdenti o meno vincenti e magari in corsa con compagni di viaggio inaspettati. Sono proprio questi ribaltamenti delle situazioni una delle chiavi del film. In un contesto senza via di scampo, restano tuttavia spazi di riscatto e interstizi di commozione nonostante le miserie di cui è capace l’essere umano. Oltre alla protagonista, meritano un plauso anche tutti gli altri attori, nessuno escluso, per una grande prova. Fotografia e colonna sonora da brivido. Un film che ti entra dentro gradualmente, soprattutto a distanza di giorni, perché non c’è un solo fotogramma o un solo dialogo che non stimoli una riflessione profonda.
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