Regia di Martin McDonagh vedi scheda film
E' un film bello quanto doloroso, incastonato in un contesto sociale disperato e disperante. E' un film di rimorsi e colpe, ma anche di redenzione anche se con comportamenti non certo specchiati. Una storia senza lieto fine, con personaggi che trovano una loro coerenza anche nelle povertà culturale e di principi dei loro personaggi. Il cast eccezionale definisce la grandezza di questo film: Frances McDormand, certamente non bella, ma mai così sciatta e così eccezionale nell'illuminare una donna controversa, dura, scorbutica, sgraziata, ma terribilmente onesta e carismatica. Woody Harrelson è come sempre eccezionale, meravigliosamente in parte come sempre, capace di dare volto ed espressione ai semitoni, ai bemolle, alle ombre dei personaggi, conferendo loro una complessità ed una profondità inimmaginabili. E poi Sam Rockwell, con una mimica ed una espressione che mi hanno ricordato uno dei miei attori preferiti ossia Gary Oldman in JFK. Sam Rockwell è davvero un grandissimo attore ed è forse poco considerato. E poi, tanti altri: Peter Dinklage, la cui bravura è sempre di gran lunga superiore alla sua altezza. Johnatan Hawkes e Abbie Cornish sono bravissimi nelle loro parti quantitativamente minori e che confermano le loro indubbie capacità già espresse in serie tv (il primo nella misteriosa e per pochi in Too Old To Die Young, l'altra nel ben più popolare Jack Ryan). Ho letto dei parallelismi con la prima stagione di True Dectective, sicuramente ci sono dei punti di contatto specie per la presenza di Harrelson e per quest'America ben lontana dallo scintillio delle megalopoli: cittadine che richiamano quelle del Far West, in cui la vità è semplicemente brutale.
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