Regia di Greg McLean vedi scheda film
Buon film d'avventura, ispirato ad una storia vera.
Storia vera,di Yossi Ghinsberg, un avventuriero e imprenditore, di origini israeliane, che nel 1981, si smarrì nel corso di un’esplorazione, nel territorio della giungla boliviana, in compagnia dei tre compagni di viaggio, l’insegnante svizzero Marcus Stamm , Kevin Gale fotografo americano e Karl, che si era spacciato,per una esperta guida del posto. Ben presto, però, costui si rivelò scarsamente affidabile e il gruppo perse l’orientamento e cominciò a vagare nella giungla senza meta. Per riuscire a sopravvivere a un ambiente così ostile, Yossi e i suoi compagni si trovarono costretti a ricorrere a tutte le proprie risorse mentali e capacità di adattamento.Privi di cibarie e senza un’attrezzatura adeguata, precipitarono in uno spaventoso incubo e quella che avrebbe dovuto essere una divertente avventura, si trasformò in una lotta per la vita, alle prese con una natura maligna, nella infida foresta, dove c’è un pericolo in agguato, ad ogni passo ,soprattutto per chi non la conosce. Yossi riuscì, ciononostante, a sopravvivere per ben tre settimane, per poi venire raccolto in extremis, da una squadra di soccorso. Da questa avventura lo stesso Ghinsberg, ha tratto ispirazione per un romanzo autobiografico “Lost in the Jungle” in cui racconta anche gli aspetti, più in ombra della vicenda, lo stato mentale e fisico di profonda prostrazione, in cui finì, che lo spinse ai limiti della follia e poi la descrizione dell’ambigua guida, della quale si persero completamente le tracce. La trasposizione cinematografica è diretta, da Greg McLean . La traccia del racconto ruota sull’ inesorabile degrado psicofisico, in cui scivola il protagonista. La regia consapevole di un soggetto non originale, le lotte per la sopravvivenza al cinema sono una costante che si ripete da decenni, cerca un’ottica il più ampia possibile, concedendosi un lungo incipit in cui vengono descritti i caratteri dei partecipanti alla spedizione e la dinamica dei loro rapporti e narra della disgregazione delle relazioni che li legano, allorquando si trovano ad affrontare le impreviste difficoltà di un viaggio, che si trasforma in vera e propria odissea. Daniel Radcliffe, affrancato ormai dal personaggio del celeberrimo maghetto Potter, offre una performance artistica di buon livello, efficace e di grande fisicità, che segue coerentemente la consunzione fisica e psichica del protagonista, raccontata nel film.
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