Regia di Jake Kasdan vedi scheda film
La versione 2.0 di Jumanji è un giocattolone capace di unire un pizzico di nostalgia per gli anni 90 al fracasso delle produzioni per famiglie che piace tanto ad Hollywood. In realtà parliamo di sequel più che di remake: quattro adolescenti vengono catapultati nel mondo del videogioco Jumanji e per liberarsi e tornare alla propria vita dovranno , livello dopo livello, arrivare alla fine del gioco (nel primo film del 1995 con protagonista il compianto Robin Williams tutto nasceva da un gioco da tavola) . Alcune intuizioni vanno a segno: l’idea di proiettare il proprio io attraverso gli avatar nel videogioco, con tanto di schede tecniche che ne delineano i profili e le capacità è azzeccata e divertente; adolescenti che diventano grandi e viceversa, il film gioca molto su questo piacevole scambio d’identità che devo dire strappa più di una risata; l’altra, vincente, è quella di puntare tutto sul carisma di Dwayne “The Rock” Jhonson perfettamente a proprio agio in ruoli che ne esaltano il talento comico (a proposito siamo sicuri che sia un attore cosi scarso?) e che fanno oramai le fortune delle Major: oltre 900 milioni di euro d’incasso sono incredibili se paragonati all’effettiva qualità del film, che rimane medio bassa, a causa di una regia distratta e da effetti in digitale approssimativi. Discreto invece il ritmo.
Un film che non smuove nulla, e che senza l’ex wrestler non avrebbe senso. Probabile sequel che abbasserà ancora di più il livello.
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