Regia di Vittorio Caprioli vedi scheda film
Uno dei ruoli più belli - eppure si tratta di un film quasi sconosciuto - per Franca Valeri, che oltre ad essere la protagonista di Parigi o cara è pure co-sceneggiatrice, insieme a Mainardi, Ottieri ed il regista (in quegli anni suo marito). Caprioli si ritaglia una parte minore e sbriglia la verve della Valeri, in certi momenti realmente incontenibile (l'antagonista femminile perfetta del più celebre personaggio di Sordi, l'ometto logorroico e sicuro di sè, ma in realtà fallito su tutta la linea e cosciente di esserlo), come nella migliore commedia all'italiana. Qua e là la narrazione si disperde su particolari e scenette meno incisivi, ma nel complesso la storia tiene bene ed il finale dolceamaro è senz'altro azzeccato; è un altro ritratto di italiano(/a) malinconicamente irrealizzato, alle prese con una crisi interiore ed esteriore: ma questa volta si parla di una donna e in ciò sta una delle particolarità principali del film.
Trasferta parigina per una prostituta che mira a cambiare vita; nella capitale francese vive il fratello che non vede da tempo. Sorpresa: è omosessuale ed il rapporto non ingrana mai; nemmeno la prospettiva 'lavorativa' è rosea, ma almeno la donna conosce un pizzaiolo italiano con il quale decide di tornare in patria.
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