Regia di Jeffrey Nachmanoff vedi scheda film
Un brillante giovane scienziato che sta portando a termine un esperimento strategico e denso di risvolti etico morali, volto a trasportare l'essenza vitale dell'uomo, ovvero la sua essenza vitale, all'interno di una macchina che faccia le veci del corpo, si trova pressato dal suo capo team, a sua volta preso di mira dalle grandi multinazionali, protese ad utilizzare l'eventuale esito positivo dell'esperimento, a vantaggio ognuno di una propria strategia in campo medico, militare, e in fin dei conti anche politico.
Quando nel week end che l'uomo decide di trascorrere con la famiglia raggiungendo un posto di villeggiatura, e la vettura vien colta da una tempesta tropicale che la spinge fuori strada, la tragedia subentra a devastare ogni progetto di vita, di carriera, di esistenza futura: tutta la famiglia muore nell'impatto, tranne lo scienziato che, con i cadaveri dei propri cari, sarà costretto a prendere l'unica decisione in quel momento allettante per superare quella disgrazia: utilizzare i progressi raggiunti con un fidato collega in campo medico/scientifico, per realizzare delle copie dei propri cari deceduti, in modo da riportarli in vita con la memoria originale degli stessi, ed un nuovo corpo assolutamente identico al precedente.
Un scommessa ardita che intende rimanere segreto assoluto tra i due scienziati e colleghi affiatati, ma che col tempo finisce per dilagare fino al responsabile del team, con conseguenze impreviste ed in grado di far scattare l'emergenza, resa ancora più imminente dalle crisi e dai dubbi che i suoi stessi familiari manifestano dopo il processo di fusione col nuovo corpo, a cui vengono sottoposti loro malgrado.
Tra fantascienza in stile Frankestein, thriller adrenalinico, ed una stramba ambientazione caraibica sin eccessivamente folkloristica, Replicas parte zoppicando e traballando sulle implicazioni probabilistiche assurde su cui si poggia la vicenda, ma dimostra, dopo il suo avvio un po' incerto e scombiccherato, di sapersela sbrigare quanto a ritmo e a suspense che la vicenda riesce a portarsi dietro.
Nulla di eccelso, a partire dalla direzione di puro mestiere a cura di Jeffrey Nachmanoff, esperto di blockbuster action mai memorabili, ma nemmeno pessimi.
Keanu Reeves si prodiga in quello che meglio sa fare per esaltare il proprio appeal: muovere gli arti anteriori per simulare una progettazione di un suo esperimento attuato digitalmente, e correre tra la pioggia con la fluente chioma corvina alla maniera di un cavallo in corsa.
Lo affianca la carina Alice Eve, e John Ortiz, mai prima d'ora così malvagio e perverso come in questa sua parte di boss arrivista ed eticamente senza scrupoli.
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