Teo,un convincente Adriano Giannini, è un uomo, sicuro di se , di bella presenza, egoista e pavido,che rifugge ogni genere di responsabilità.In fuga dal suo passato, dalla famiglia di origine, dalle camere da letto delle sue donne,che frequenta con colpevole"leggerezza," Perfino quando la madre lo avvisa di un lutto in famiglia, lui evita con mille scuse di andare al funerale.Il suo lavoro è l'unica cosa che veramente lo prende, fa il "creativo"cosi si definisce, per un'agenzia pubblicitaria e attraverso tablet e cellulari si mantiene in permanente contatto con il mondo.Un giorno per caso incontra Emma,alias Valeria Golino, un'osteopata che ha perso la vista a diciassette anni, ma non si è lasciata sprofondare nel buio della malattia e travolgere dalla depressione,ma attraverso una fervida immaginazione e una mente brillante e spigliata, si è mantenuta viva e attiva,aggrappata con tenacia alla realtà,cogliendo sorprendentemente,Il colore delle cose, anche senza poterle fisiologicamente "vedere", Emma “vede” con le mani, con il racconto di chi le sta vicino, con i suoni che la circondano,mai sottomessa al suo handicap,si sforza di padroneggiarlo con una disinvoltura cercata a tutti i costi,vuole essere vincente,malgrado tutto, anche senza averne le carte,di fronte alla sua studentessa, come lei non vedente,alla quale da ripetizioni di francese,che le dice "è inutile andare a scuola,tutti i ciechi finiscono col diventare centralinisti",risponde:"se non ce la fai a prendere un bastone e fare la cieca,imbottisciti di sonniferi e vai in cantina dove nessuno ti può salvare,a morire" Emma non è una donna dura,tutt'altro ma cosciente dei propri limiti, si sforza di superarli e non accettando la rassegnata passività della sua allieva, cerca di scuoterla.
Teo, all'inizio per gioco e per scommessa, incuriosito da quella donna originale,che da poco si è separata dal marito, la seduce,pensando ad un'avventura insolita, ma Emma è diversa da tutte le donne incontrate finora e Teo ne subisce il suo strano fascino.
Silvio Soldini si avventura in una materia delicata assai,con coraggio,trattare e parlare di questo 'handicap"maledetto,è rischioso, si rischia di cadere in facili pietismi o in caratterizzazioni esagerate,a memoria mi viene in mente "profumo di donna" con il cieco interpretato da un Gassmann iperbolico.Comunque il regista, a mio sommesso parere, supera brillantemente la prova,regalandoci una storia bella,intensa,struggente,poetica, perfino commovente, ma mai retorica o melensa.
Ottimo film,eccezionale la prova di Golino
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