Regia di Silvio Soldini vedi scheda film
Venezia 74. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.
Silvio soldini ha diretto nel 2013 un documentario, sul mondo dei non vedenti, dal titolo "Per altri occhi" che, a quanto pare, ha lasciato il segno nel regista. Quattro anni dopo, si cala nuovamente negli spazi della cecità con un film di fiction, "Il colore nascosto delle cose", quasi a chiudere un percorso personale e formativo. L'esperienza fatta in passato è stata utile. Lo si capisce dalle variegate personalità delle protagoniste. Emma (Valeria Golino) è una donna energica che, nonostante l'handicap, svolge una professione gratificante, coltiva interessi e amicizie, e trova il tempo per dedicarsi agli altri. Patti (Arianna Scommegna), ipovedente, è matta da legare, viaggia per l'Italia da sola, nonostante confonda gli omini di vetroresina del fast food per persone vere, e si intrattenga nei parcheggi fumando con personaggi "alla vista" poco raccomandabili. Nadia (Laura Adriani), invece, che riceve da Emma ripetizioni di francese, è una diciassettenne impaurita e arrabbiata che non ha ancora metabolizzato la propria sventura, per cui il più delle volte è scontrosa e insopportabile. Le "donne" di Soldini vivono la quotidianità cercando di uscire dal ghetto della cecità e aspirano a quello che desiderano tutti: una cena al ristorante, una passeggiata, una serata con le amiche. A conti fatti cercano la felicità. Più che naturale, cercarla nell'amore di un uomo.
Ecco allora entrare in gioco il normo-vedente Teo (Adriano Giannini) che vorrebbe aggiungere Emma ai suoi trofei di caccia, niente più, niente meno. La figura maschile è sicuramente meno interessante rispetto a quelle femminili. Teo non è dotato del cinismo arrogante del protagonista del film "Nella società degli uomini" ed è un inconsapevole, infelice donnaiolo immaturo come se ne vedono tanti al cinema.
La storia si sviluppa secondo i canoni classici del romanzo d'amore: l'incontro, la rottura, la pacificazione. Niente di originale sotto il profilo narrativo. Nonostante ciò il film funziona, prediligendo un tono misurato ed ironico all'eccesso sentimentale e rende giustizia alle persone non vedenti con una narrazione verosimile del proprio vissuto quotidiano. I protagonisti sono molto bravi. Molto belle le scene recitate al buio. L'oscurità che normalmente è ostile e genera profonda inquietudine, abbatte le difese dei due innamorati e li unisce nel dialogo e nella tenerezza. Lo consiglio a tutti, anche ai maschi che di solito non amano questo genere di film.
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