Regia di Silvio Soldini vedi scheda film
VENEZIA 7r - FUORI CONCORSO
Un brillante creativo del mondo pubblicitario, ha da tempo tagliato i ponti con la propria famiglia di origine, riducendo vecchi traumi d'infanzia, preferendo gestire il successo crescente di un lavoro che lo vede eccellere, e giostrandosi brillantemente e da maschio dominante una vita privata che lo vede diviso tra una fidanzata ufficiale da non sposare, un'amante come valvola di sfogo, e un pugno di colleghi complici e camerateschi grazie ai quali coprirsi a vicenda dai rispettivi inciuci.
Il giorno in cui l'uomo partecipa ad una seduta al buio totale in un eccentrico locale cittadino, rimane affascinato dalla voce roca di una donna che tiene testa alla conversazione tra le tenebr dei partecipanti.
Per caso la incontrerà, solo poco tempo dopp, in un negozio, riconoscendo il timbro vocale particolare ed attraente, caldo, roco: è una donna cieca dalla adolescenza, che tuttavia si è perfettamente integrata nella vita sociale e lavorativa. Nascerà tra i due una passione esclusiva e forte, che metterà l'uomo definitivamente di fronte alle responsabilità del suo comportamento arrogante e subdolo con chi lo ama e rispetta, ricevendo in cambio solo prese in giro o strumentalizzazioni.
Aspettavo al varco e con un certo interesse la nuova fatica narrativa di Soldini, ormai a cinque anni dalla sua precedente. Un regista che spesso ho amato, e che a volte mi é semplicemente piaciuto, ma che fino ad oggi non aveva, a mio avviso, mai sbagliato totalmente in film: detto fatto.
Il colore nascosto delle cose è flagellato da dialoghi spesso imbarazzanti, da personaggi stereotipati e costruiti a tavolino, ovvi e scontati, soprattutto per quanto attiene alle molte figure di contorni, tutt'altro che superflue nel contesto della vicenda. Ma pure già a partire dallo stesso protagonista: chissà perché nel cinema di casa nostra una persona su 10 fa il mestiete del creativo nel mondo della pubblicità: circostanza questa che gorse facilita gli sceneggiatori pigri a trovare plausibile farlo passeggiare tutta la giornata e a costruirgli, in questo caso, l'alibi per fare i propri comodi all'insaputa di una fidanzata credulona come da piacerebbe ad ogni fedifrago incallito.
Peccato in generale, ed anche perché Adriano Giannini è un bravo attore e sarebbe auspicabile vederlo più spesso coinvolto nelle produzioni di casa nostra.
La Golino è brava sempre, ma non le si possono sempre chiedere miracoli, soprattutto quando è la sceneggiatura che fa acqua ovunque, o si disperde tra le solite manfrine sentimentali viste e riviste.
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