Regia di Silvio Soldini vedi scheda film
Teo è un pubblicitario di successo al quale non manca niente: di bell'aspetto, con una fidanzata innamorata e un'amante sempre disponibile per gli incontri clandestini. Emma è una donna non vedente da molti anni, che però non si è lasciata travolgere dal suo handicap e ha raggiunto un equilibrio grazie ad una indipendenza lavorativa e sentimentale. I due si incontrano, per Teo Emma diventa una scommessa da vincere con il suo collega: portarsi a letto la cieca per ottenere una cena in un ristorante di lusso. Teo non ha rispetto per i rapporti sentimentali, molto egoista, non rivela niente di sé e del suo passato, nemmeno alla sua fidanzata Greta.
Emma dal canto suo non vuole pretendere niente da questo nuovo amico, non è una storia di sesso, non è una semplice conoscenza. Comincia così un rapporto fatto di piccole conquiste in cui Teo comprende il difficile mondo oscuro di Emma, ed Emma si lascia coinvolgere dalla nuova luce che Teo le diffonde. Purtroppo il pessimo carattere di Teo rende difficile instaurare un rapporto sentimentale solido e sincero. Teo è abituato a mentire, a fuggire, a trovare soluzioni improvvisate. Emma cerca la sicurezza e non accetta di essere considerata una invalida.
I due ovviamente (e non è uno spoiler, ma si capisce subito) si troveranno proprio lì dove si erano conosciuti senza vedersi: ad armi pari.
Un film inutilmente lungo, ben 115 minuti (quasi 2 ore) per una storia che non ne vale più di 80. Questo dilungarsi così senza un perché stanca moltissimo. I personaggi non sono così complessi da giustificare questo tsunami di situazioni che non portano a molto, se non a un finale banale e senza un filo logico molto sensato. Il film è molto dettagliato nel sottolineare tutte le sfumature psicologiche dei protagonisti e dei personaggi di contorno, ma nella soluzione finale chiede allo spettatore di fare dei compromessi logici che proprio non stanno né in cielo né in terra. Un lieto fine? Non era necessario. Dopo tanta pena nel dilungarsi a raccontare speravo in una conclusione un poco più impegnata. Ho trovato molto banale, ad esempio, lasciare sfuocati i contorni delle immagini, come a voler suggerire allo spettatore la ricerca ad una chiarezza emotiva che i 2 protagonisti troveranno lungo la loro conoscenza. Siamo ancora a questi trucchetti autoriali?
il film risulta sopportabile grazie alla bravura degli attori, che ce la mettono tutta per rendere leggera e fluida la storia. Ma è la storia di per sé che appassiona pochissimo.
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