Regia di Susanna Nicchiarelli vedi scheda film
Biografia degli ultimi, complicati anni di vita di Nico, ex modella, ex attrice, ex amante di varie celebrità (da Alain Delon ebbe anche un figlio, non riconosciuto dal padre), ora cantante in sordina fra piccoli club e qualche intervista sporadica da parte di chi ancora la ricorda nel momento di maggior gloria, due decenni prima.
Nonostante la tossicodipendenza che le rese difficile l'esistenza per lunghissimi anni, nonostante una vita tormentata a livello sentimentale e su quello artistico in picchiata dai primi anni Settanta in avanti, nonostante insomma una serie di questioni problematiche e le sempre alte aspettative attorno al suo personaggio, Nico (al secolo Christa Paffgen) era una persona a suo modo positiva, capace di trarre il buono da ogni situazione e di reinventarsi continuamente trovando nuovi stimoli e nuovi terreni in cui sperimentarsi. Da questo punto di partenza si muove il biopic di Susanna Nicchiarelli, alla terza prova in lungometraggio dopo Cosmonauta del 2009 e La scoperta dell'alba del 2012, qui anche sceneggiatrice in solitaria della pellicola. Il film è sostanzialmente un tributo del tutto acritico, mostrando esso un'agiografica riverenza nei confronti dell'artista di origine tedesca; la cifra stilistica dell'autrice è ben chiara e purtroppo al di là di un discreto ordine formale va rilevata anche una narrazione appesantita da dialoghi colmi di silenzi e scarsa azione. Brava in ogni caso la protagonista, la danese Trine Dryholm (già vista con Vinterberg e Bier, fra gli altri), a rendere un personaggio decadente, imbolsito eppure mai del tutto arreso come la Nico degli ultimi suoi anni di vita; nel cast troviamo anche John Gordon Sinclair, Thomas Trabacchi, Annamaria Marinca e Karina Fernandez. 4/10.
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