Regia di Valerio Mieli vedi scheda film
Lui (Marinelli) è un giovane professore universitario, tormentato, spesso triste, attaccatissimo al passato, lunare, acchiappasottane. Lei (Caridi) è solare, piena di voglia di vivere, sempre sorridente e insegna a scuola. Non sapremo mai i loro nomi (se li sussurrano in un orecchio), ma seguiremo i frammenti del loro discorso amoroso secondo un modello narrativo che occhieggia a Un amore di Tavarelli, ma che destruttura completamente il racconto, mettendo in risalto l'ingannevolezza dei ricordi: ma nevicava quella sera? Eri vestita di bianco o di rosso? Forse per te è stato importante, ma per me no. E così via. Acrobata dei racconti sentimentali, Valerio Mieli torna dietro la macchina da paresa a nove anni da Dieci inverni per raccontare le traiettorie sghembe di un percorso amoroso, trovando una cifra stilistica originalissima in un racconto a puzzle senza alcun ordine temporale, alla fine del quale però tutto torna. E, con esso, la meraviglia dello spettatore davanti a tanto palpitare, prendere e lasciare, vivere due volte a distanza di anni nella stessa casa, mettere l'amatissimo cane nel congelatore, invitare l'ex al proprio matrimonio. Nell'attesa che l'orizzonte poetico di Mieli possa allargarsi ad altri temi, ci godiamo questo tourbillon sentimentale con due attori perfettamente in parte e con una lei davvero mirabolante, al servizio di un film che trova nel virtuosistico montaggio di Desideria Rayner un ulteriore punto di forza.
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