Regia di Bruno Corbucci vedi scheda film
Ibrido tra fantasy e commedia di produzione italiana, da guardare senza pretese. È per lo più una farsa citazionistica, densa di banalità e risvolti scontati, che però alcuni considerano un cult.
Possiede tutti i cliché del genere: magia, fantasmi, castelli stregati e cani che addirittura parlano. Il contesto è umoristico, tendente quasi alla parodia, perciò tutto sommato godibile. Erano gli anni ottanta e certi film riuscivano a piacere nel loro stile naif.
La trama magra e ridondante viene generata da un prologo storico quasi carnevalesco, che sfrutta in modo tutt'altro che estroso od originale, tematiche come reincarnazione e riscatto dagli errori del passato.
La coppia Renato Pozzetto-Gloria Guida fa da mattatrice offrendo piccoli momenti esilaranti e una discreta dose di intrattenimento, ma a lungo andare, i loro personaggi, Giorgio e Candida, stufano con l'idea fissa e repressa di fare l'amore.
Buffi, però, gli equivoci misti alle allucinazioni di cui sono vittime.
Il copione è a tratti melenso, con dialoghi mediocri e una narrazione meno vigorosa di quel che avrebbe potuto essere.
La colonna sonora è adeguata e la recitazione di medio livello. Forse, il personaggio più riuscito è quello interpretato con convinzione da Lia Zoppelli, ben calata nel ruolo della suocera e madre un po' invadente e petulante. Le sue sono le battute migliori.
Un filmetto in definitiva carino, ma non eccezionale.
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