Regia di Freddie Francis vedi scheda film
Terzo capitolo dei Dracula di produzione Hammer. Freddie Francis, già regista di cult quali Le Cinque Chiavi del Terrore (1965) e La Rivolta di Frankenstein (1964) succede a Terence Fisher, e mette in scena con discrete qualità (si vedano le variegate inquadrature durante l'inseguimento di una donna da parte di una carrozza) un copione piuttosto fiacco di Anthony Hinds. Hinds conferma l'impostazione de Il Principe delle Tenebre tesa a sostituire la paccottiglia di rimedi stokeriani aumentato il ruolo recitato dalle preghiere e dalla fede in Dio.
Notevole l'inizio, con due prelati che si dirigono al castello di Draculaal fine di collocare un'enorme croce sul portale d'ingresso. Qui però si imbattono nel Conte sepolto sotto una coltre di ghiaccio e, loro malgrado, ne provocano la resurrezione. Da qui in avanti la storia si perde nel già visto. Francis preme sull'erotismo, sfrutta la flemma di Christopher Lee che torna ad avere a disposizione la possibilità di recitare battute. Aumenta anche l'apporto grandguignol, tra croci e paletti che perforano il ventre di Lee con effetti letali solo a condizione che il killer abbia fede in Dio (!?). La fotografia sceglie soluzioni cromatiche variopinte, ben rese da filtri e luci colorate contrapposte. Da notare gli omaggi, sui tetti, a Il Gabinetto del Dottor Caligari (1920). Qualche guizzo interessante, ma un po' debole nello sviluppo della storia.
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