Regia di Takashi Miike vedi scheda film
Live To Die Another Day
Trama
Manji ha visto uccidere la sorella e ha giurato di vendicarsi. Per portare a termine il proposito, gli è apparsa una misteriosa donna che gli ha offerto eterna giovinezza e immortalità.
I genitori di Rin Asano vengono uccisi da una banda di guerrieri chiamati "Itto ryu". La ragazza chiede allora l'aiuto di Manji per vendicarsi.
Fin dove la sete di vendetta di Rin si spingerà pur di compromettere la salute delle persone a cui tiene?
Recensione
Come si fa a non considerare Takashi Miike come uno dei più bravi registi viventi? Film come Audition, Izo, Ichi- The Killer, 13 Assassini, Yakuza Apocalypse... sono capolavori o poco ci manca.
Lo stile e le storie di Miike sono riconoscibili, interessanti e memorabili.
Tra l'altro Miike così come Refn o Tarantino (tanto per citare due registi che amano l'Oriente) è un maniaco della violenza e dell'amore, del resto come lui stesso ha riferito: "Durante le riprese, la violenza significa amore e armonia. Ultimamente ho il dubbio che proprio dall'amore nasca la violenza. In altre parole, sono la stessa cosa."
Presentato fuori concorso al Festival di Cannes e rilasciato ufficialmente il 29 aprile 2017, questo Blade Of The Immortal, è basato sul manga di Hiroaki Samura.
A differenza del manga però, il film presenta meno personaggi, violenza e scene di sesso. Miike ha riferito in un'intervista di averlo fatto così volutamente, per far si che il suo film non risultasse la copia del manga.
Probabilmente il film non è di certo l'opera del regista più originale, però è indubbiamente un'opera a dir poco notevole: "Non c'è bisogno di originalità o innovazione per tirar fuori un' ottimo film!"
Questo è un film d'autore dove nessuno è buono e nessuno è cattivo.
Non esiste il bene assoluto o il male assoluto;
Come sostengo sempre: "É l'azione che compie l'uomo ad essere cattiva o buona, non l'uomo in sé. Poi esistono eccezioni, dove le azioni malvagie sono talmente predominanti da "catalogare" un uomo come cattivo o viceversa.
Il cast vanta attori dal calibro di Takuya Kimura (Manji), Hana Sugisaki (Rin Asano, Machi), Erika Toda (Makie Otono)...
La recitazione specialmente quella dei due protagonisti è a dir poco ottima. Inoltre la psicologia dei personaggi è ben caratterizzata.
Takuya Kimura, Il protagonista, era anche il cantante degli SMAP (famosa band pop giapponese), egli ha un suo ben preciso carattere così come Rin Asano- la bambina- che ha davvero talento: è bella, brava e genera fin da subito empatia con lo spettatore.
Incredibile poi che nella realtà, a conti fatti abbia 20 anni e nel film ne dimostra all'incirca 14.... Non è da meno il "cattivo" Anotsu interpretato da Sota Fukushi, per niente banale o stereotipato, che anzi funziona alla stragrande.
La regia, innanzitutto, complice anche dell'ottimo montaggio di Kenji Yamashita, fa letteralmente rimanere lo spettatore stupefatto.
Le inquadrature sono ferme e studiate, i campi lunghi ed i totali sembrano dei quadri e le scene d'azione sono dirette in modo distintamente ottimo, non risultando quindi confusionarie.
La prima sequenza/battaglia (quella in bianco e nero) è fenomenale; centinaia di nemici a schermo che si battono con il protagonista, il tutto diretto con grande maestria, forza e fluidità.
La battaglia finale è ancora più bella e articolata. Memorabile oserei dire.
La fotografia curata da Nobuyasu Kita è magistrale e raggiunge livelli altissimi, sicuramente tra le fotografie più belle mai viste dello scorso anno.
La sceneggiatura di Tetsuya Oishi (Death Note) è buona e fa il suo dovere con alcuni picchi sulla qualità dei dialoghi; Semplici, mai retorici ma sentiti e intelligenti. Un esempio, è una bellissima frase che Manji dice a Rin del genere: "A differenza di scegliere chi uccidere, uccidere una persona su richiesta, equivale ad un omicidio". E ho solo reso il concetto parafrasando...
Il sonoro e le musiche di Koji Endo, sono ben contestualizzate e ben prodotte.
Anche l'effettistica di spade e cavalli è molto curata.
Nonostante una durata lievemente eccessiva da 140 minuti circa, la bella canzone dei titoli di coda (Live To Die Another Day di Miyavi) conclude, quello che risulta per me, uno dei migliori film dell'anno.
Parlando appunto della conclusione della storia, il finale, è a dir poco d'effetto e quindi funziona.
Tirando le somme: Miike ci regala un film di samurai davvero esaltante: affascinante, divertente e di spessore.
State alla larga dai soliti incompetenti che etichettano il film come trash e ridicolo perché si meritano di vedere a vita Transformers e Justice League...
Questa è pura arte.
Voto 9+
“Per creare un mondo immaginario devo comunque lavorare in modo realistico.”
(Takashi Miike)
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