Regia di Vincenzo Alfieri vedi scheda film
Se qualcuno avesse il numero di telefono di Elisa Grando, per favore: me lo faccia avere. Non vedo l'ora di poterla invitare a cena per metterle un intero flacone di Guttalax nel vino e ripagarla per aver assegnato il "colpo di fulmine del mese" a I peggiori sul mensile Ciak, che solo un immarcescibile istinto masochista mi spinge ancora ad acquistare. Il ricorso al potentissimo evacuatore intestinale potrebbe essere un espediente per farmi le risate che non mi sono potuto permettere con questo pessimo film d'esordio di Vincenzo Alfieri, attore cinematograficamente sottodotato, a cui ho volontariamente regalato parte dei 6 euro e 50 spesi al cinema. L'attore-regista salernitano, usurpatore dell'uno come dell'altro titolo, lo si era visto in film seminali come Niente può fermarci e Manuale d'amore 3, nel cui cast figurava anche De Niro: sarà per questo che il ragazzotto 31enne e azzimato si è montato la testa, scimmiottando l'epica di Lo chiamavano Jeeg Robot e rubacchiando lo spunto di fondo di Smetto quando voglio, con tanto di annuncio di un sequel che non vedrò neppure sotto tortura.
La trama è questa: due fratelli economicamente malmessi (uno è un avvocato sottopagato, l'altro un operaio edile che da tre mesi non vede la busta paga), abbandonati dalla madre pluriindagata (Calzone) insieme a quella linguacciuta della sorellina tredicenne, si trasformano in giustizieri improvvisati ai quali, in un crescendo di operazioni ad altissimo impatto sui social network, segue quella più ambiziosa di tutte: mettere pubblicamente alla berlina una palazzinara senza scrupoli (Attili), alla quale uno zelante commissario di polizia (Izzo) sta dando la caccia da anni.
Tra dialoghi imbarazzanti, recitazione sotto il livello di guardia, musiche tonitruanti e una fastidiosa estetica da videoclip spinta al parossismo, Alfieri e il suo entourage riescono tuttavia a tenere fede al titolo del film, dimostrando di essere davvero i peggiori sulla piazza. In mezzo a tanta risma acefala, il collezionatore di cinepanettoni Biagio Izzo ne esce con tanto di medaglia mentre è un peccato che Alessandro Aronadio, presente in sala negli stessi giorni con il notevole Orecchie, abbia apposto la sua firma tra quella degli sceneggiatori.
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