Regia di Fred Schepisi vedi scheda film
Splendido adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di John le Carré, sorretto da una valida sceneggiatura e da una regia attenta e consona al genere trattato. In questo caso, la storia di spionaggio si rivela (come spesso accade nei libri dello scrittore britannico) il contorno di una vicenda umana nel bel mezzo di una rete intricata di rapporti internazionali, una bellissima storia d'amore fra un editore inglese di mezz'età, Barney Blair, e una giovane donna russa divorziata e con tanto di figli, Katia Orlova. E così come Barney decide di tradire il proprio paese per la sua donna e, consapevolmente, si chiama fuori dalle vicende spinose che intercorrono fra gli Stati Uniti e la Russia, così noi ci sentiamo estranei al volere e all'arroganza dei nostri governi, i quali vorrebbero imporci di vivere separati dal resto del mondo, e, invitandoci ad essere complici delle loro politiche di potenza, non fanno nulla per eliminare quel velo di sospetto e diffidenza che da sempre ci attanaglia quando pensiamo a culture diverse dalla nostra, un velo che però può essere facilmente squarciato dalla forza dell'amore che lega un essere umano all'altro nel momento in cui iniziamo a conoscerlo. E in fondo chi, nemmeno una volta, non si è sentito estraneo alla mentalità di chi governa il proprio paese, come se coloro che ci rappresentano facessero solo i propri interessi e non quelli del nostro popolo?
Il film cattura benissimo l'atmosfera della Guerra Fredda, mostrandoci che ogni regime non è poi diverso dall'altro nell'attanagliare e opprimere la gente, e nel renderci vittime innocenti della sua avidità di potere. Come dice Barney, tutte le vittime sono uguali e nessuna è più uguale di un'altra.
Infine, un nota sugli attori: i due protagonisti, Sean Connery e Michelle Pfeiffer, sono al solito perfetti, ma non è da meno Klaus Maria Brandauer.
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