Regia di Elio Petri vedi scheda film
La fantascienza nel cinema italiano risulta essere un'anomalia riconosciuta tale,i casi in cui si sia trovato dei produttori capaci di arrischiarsi nel finanziare pellicole dal soggetto fantastico sono esigui.Uno dei piu'celeberrimi e' "La decima vittima",che tra i diversi sceneggiatori conta nomi di spicco come Tonino Guerra e Ennio Flaiano,e viene da un racconto pubblicato in una raccolta piuttosto conosciuta,all'epoca,come "Le meraviglie del possibile".Vi si immagina che in un imprecisato ed agiato futuro,una distrazione internazionale sia "La grande caccia",in cui killer da tutto il mondo escogitino un gioco mortale per eliminare la vittima designata,un altro Cacciatore,in poche parole una guerra tra predatori eletti. Un Mastroianni in inedita versione bionda,anaffettivo e pigro,diviene la preda indicata alla sensuale Ursula Andress,ma il fattore umano complica le cose... Il film ha un'ambientazione efficace,ottimi costumi,scenografie di vispa realizzazione,pero'convince poco,nonostante anticipi di anni temi riportati da altri lungometraggi quali "Rollerball","L'implacabile","The Hunger Games".Troppo a mezza strada tra la commedia ed il racconto fantastico,per compiacere gli estimatori di entrambi i generi rimane vago,e la metafora finale,benche' acuta,di sostituire il finale originale del racconto che contemplava la morte del protagonista per mano della cacciatrice,con la "trappola" letale del matrimonio obbligato per il cinico giocatore romano,punge ma non a fondo. Petri si mostra abile,al solito,nel dipingere dentute vie all'apologo,ma in questo caso non realizza un lavoro memorabile.
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