Regia di Nanni Loy vedi scheda film
Ottimo dramma, con un Sordi strepitoso in un ruolo atipico.
Nanny Loy è stato un regista sensibile ai temi sociali e sempre vicino all'attualità, molti dei suoi lavori hanno un'impronta formativa e didattica. Quando usci questa pellicola nel 1971,la giustizia italiana era decisamente malata, non che oggi sia in buona salute, tuttavia qualche passettino in avanti lo ha fatto e la paradossale storia raccontata nel film ,un'aberrazione giudiziaria,forse adesso sarebbe più improbabile e inverosimile.Speriamo.Certo è che, quando usci il film,le disavventure di un povero geometra che si ritrova in galera senza ragione e subisce un autentico calvario , costellato da trattamenti umilianti e spersonalizzanti,per giunta perseguitato da poliziotti ottusi prima e da carcerieri sadici dopo, nonchè da compagni di cella troppo "socievoli",fu un terribile pugno allo stomaco, per una società che si era sentita sempre garantista e con un sistema giudiziario equo e umano.Alberto Sordi fu il grandissimo protagonista di questo lavoro, in un ruolo insolito, decisamente drammatico, a memoria mi sembra di ricordare che soltanto in "Un borghese piccolo piccolo" aveva interpretato un analogo ruolo doloroso.La scioltezza con cui affronta una parte cosi diversa da quelle che appartenevano al suo repertorio, dimostra la grandezza e la versatilità di un attore, che è stato capace di calarsi nei panni di chiunque,con perizia e grande credibilità.E' morto ormai da tanto, ma riesce ad essere sempre vivo per noi spettatori e fan, attraverso i suoi indimenticabili film.
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