Regia di Nanni Loy vedi scheda film
Giunto dalla Svezia per trascorrere una vacanza con la sua famiglia, il ragioniere Giuseppe Di Noi (Alberto Sordi) viene fermato alla frontiera italiana e rinchiuso in galera per un reato che lo vede assolutamente innocente. Da questo momento per lui inizierà un'odissea kafkiana che lo farà girovagare per i penitenziari di mezza Italia, tra lungaggini burocratiche, soprusi d'ogni genere, corruzione, insurrezioni dei detenuti e altre amenità che si concluderanno con il meno elegante degli "arrivederci e grazie".
Attento alla scena politico-sociale del nostro Belpaese e inconsapevolmente presago del caso Tortora, Loy sfrutta al meglio l'idea di Rodolfo Sonego da cui Sergio Amidei e Emilio Sanna hanno tratto soggetto e sceneggiatura per un'accorata filippica contro le istituzioni carcerarie italiane, ree di un pachidermismo burocratico nelle cui pastoie rischia di finire il più integerrimo degli uomini, e non trascura di arricchire il racconto con un umorismo nero perfettamente ritagliato sulla cifra interpretativa di un grandissimo Sordi.
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