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Detenuto in attesa di giudizio

Regia di Nanni Loy vedi scheda film

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La recensione su Detenuto in attesa di giudizio

di tafo
8 stelle

Qualcuno doveva aver calunniato Giuseppe D.

Un film complicato da un sistema giudiziario-carcerario disumano e disumanizzante. Una volta avviato il meccanismo diventa difficile per ognuno “ Di Noi” uscirne anche se siamo innocenti. Il potere in questo caso non ha un solo volto, ma tanti troppi ognuno legato ad un passaggio burocratico freddo e formale. Il nostro geometra ormai da anni in Svezia quando decide di tornare in Italia con moglie e figli, non sa certo quello che gli aspetta. Il suo sarà un  viaggio allucinante sbattuto in giro per il belpaese da un carcere all’altro e senza sapere o capire perché è stato arrestato. Arrivato alla frontiera comincia per lui un incubo degno di Kafka tra funzionari italici ottusi che vedono solo il regolamento e carceri che non hanno nulla per riabilitare chi è costretto a starci. Il nostro non sa che fare spaesato e incredulo anche se sicuro della sua innocenza, deve affrontare le formalità di un detenuto che si trova nella terra di nessuno in attesa di notizie e giudizi. Sordi riesce ad attenuare la sua posizione con un’amara ironia contro il sistema e la sua giustizia lenta e brutale. Il nostro è in fondo un borghese che è estraneo alle logiche del carcere, le dinamiche carceriere- carcerato non le capisce ma cerca di rispettarle non riuscendoci comunque. La rivolta che scoppia dopo la morte del suo amico detenuto dalla quale cerca di restare fuori lo vede lo stesso dentro e quindi colpevole insieme agli altri. Prima di trovare giustizia dovrà subire una tentata violenza sessuale che lo farà impazzire letteralmente e solo nel manicomio riuscirà a chiarire la sua situazione con giudice e avvocato e a tornare con la famiglia in Svezia definitivamente. La disavventura del nostro geometra descrive una realtà terribile del nostro paese dove non ci sono scuse esiste solo una privazione ingiustificata della libertà individuale. Il regista crea un film complesso dove all’astrusità del reato non commesso da ognuno “Di Noi”  lega la necessità della responsabilità personale rispetto alle cose che abbiamo o non abbiamo fatto nella vita. Da un lato la condanna morale per quello che deve subire  e dall’altro la necessità giuridica di individuare un responsabile quando crolla un ponte.

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