Regia di Fred Schepisi vedi scheda film
VOTO : 6,5.
Film interessante che, anche giustamente, fece discutere parecchio quando uscì in sala a suo tempo, caratterizzanto da un impianto teatrale (d’altronde si ispira ad un testo teatrale) e quindi dialoghi coinvolgenti, pochi ambienti, ma idee ben chiare e altrettanto sviluppate.
Paul (Will Smith), spacciandosi per il figlio di Sidney Poitier appena aggredito (e mentendo su tanto altro), s’introduce nell’abitazione di una coppia agiata, Flan e Ouisa Kittredge (Donald Sutherland e Stockard Channing), facendo rapidamente colpo grazie alla sua carismatica presenza ed alle sue nozioni che si fanno valere in diversi ambiti, tanto da sembrare il ragazzo perfetto.
Ben presto però viene scoperto, infatti i coniugi Kittredge si accorgono che l’apparenza spesso inganna.
Film ben architettato che poggia prevalentemente su dialoghi veloci, frizzanti ed intelligenti che riempiono la scena offrendo un umorismo sottile ed arguto, questo grazie soprattutto ad una sceneggiatura oliata che ben sviluppa su celluloide lo spettacolo teatrale dal quale prende corpo e vita.
I personaggi sono inoltre caratterizzati senza riserva alcuna, mentre la regia si muove snella, garantendo un facile coinvolgimeno riuscendo comunque a non banalizzare l’assunto di quanto rappresenta.
Infatti mette alla berlina le convinzioni di comune dominio (inscenando rapporti tra razze, sessi, generazioni e classi sociali diverse), proponendo una satira spiazzante sulla collaudata borghesia che vuole si mantenersi distante dal basso sociale, ma che al contempo non vuole mostrarsi per quello che è.
Appropriato risulta essere anche il cast, peraltro in questa circostanza Will Smith non era ancora un adone di Hollywood, putroppo la parte conclusiva è poco ispirata, tirata per le lunghe e scarsamente incisiva, un peccato, forse marginale in altri casi, ma quando si veleggia alto con decisione per buona parte, scivolare sul più bello può risultare, non dico letale, ma comunque toglie parte della goduria che il film ha invece offerto a mani tratte per il resto del processo (senza dimenticare che la fine è sempre il punto cruciale che si tende a ricordare maggiormente).
Dunque questo “Sei gradi di sepazione” rimane un film molto interessante, ma con qualche evitabile pecca, nel quale un fine umorismo si combina con un retrogusto amaro.
Da vedere per farsene un’idea.
VOTO : 6,5.
Regia intelligente ed intraprendente.
VOTO : 6,5.
Decisamente a suo agio in un ruolo che ben conosce.
VOTO : 6/7.
Fu una sorpresa ai tempi (era agli esordi su grande schermo), ma lo è anche oggi rivendendolo visto che poi si è prevalentemente dedicato ad un tipo di cinema molto diverso.
Bel ruolo, lui però lo valorizza alla grande.
VOTO : 6,5.
Graffia come raramente ha saputo fare negli ultimi vent'anni.
VOTO : 6+.
Non il film consigliato per ammirare appieno le sue qualità attoriali.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta