Regia di Duccio Tessari vedi scheda film
Fra i tanti western di Tessari, uno fra gli iniziatori della fortunatissima versione 'spaghetti', cioè all'italiana, questo è probabilmente il più sottilmente ironico, non del tutto 'serio' (come i primi Ringo, con Giuliano Gemma) e neppure virato apertamente alla comicità (come Vivi o preferibilmente morti, in stile Bud Spencer & Terence Hill). Il merito sta nel mix della ricetta: la sceneggiatura di Massimo De Rita, Dino Maiuri, Gunter Ebert e Juan de Orduna (quest'ultimo anche produttore, in una combinazione italo-tedesco-spagnola) segue una linea classica e colma di stereotipi del genere (la coppia di banditi 'amici per forza' alla caccia di un tesoro; la rivolta popolare messicana; il duello finale, anticipato però curiosamente a tre quarti della pellicola, fra i due nemici-amici) e non priva di momenti buffi; la regia di Tessari è esperta nel cogliere ogni minima sfumatura del testo di base e il resto lo fanno i due navigati, in generale e soprattutto per il filone, interpreti: Eli Wallach e Franco Nero. Altri grandi nomi nel cast non ce ne sono, i più noti sono quelli di Lynn Redgrave e di Marilù Tolo; ben più significativa invece l'accoppiata che si occupa della colonna sonora (a tutti gli effetti, però, modesta): Gianni Ferrio ed Ennio Morricone. Nei primi anni Settanta lo spaghetti western esplose i suoi ultimi colpi di un certo calibro, ma già si sentiva la stanchezza nell'aria per un genere tanto sfruttato da arrivare nel giro di pochissimi anni all'usura. 4,5/10.
Due banditi sono scarcerati al posto di un rivoluzionario messicano (che in realtà è morto); i due partono subito alla caccia di un tesoro, ma si ritrovano ben presto a dover capeggiare la rivoluzione messicana.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta