Regia di Spike Lee vedi scheda film
Spike Lee e il femminismo militante,quasi un ritorno alle atmosfere di Lola Darling.Attrice nera,newyorkese senza lavoro accetta non priva di esitazioni di prestare la sua voce in uno di quei telefoni erotici che sono la passione di un gran numero di sporcaccioni e frustrati sessualmente.E diventa un'autorità in materia.Sotto alla scorza della commedia c'è la solita acre disamina di Spike Lee che usa stavolta l'arma dell'ironia grottesca e trasversale sia per dipingere il mondo del business cinematografico in tutta la sua sgradevolezza(tipo il tormentone di mostrare le tette per andare avanti nel provino con qualsiasi regista,all'inizio con Ron Silver e al terminecon Quentin Tarantino a cui oppone il gran rifiuto) che il mondo sommerso dei sex phones,industria fiorente a ogni latitudine del globo terracqueo arricchito.E ,guarda caso,tutti gli utenti di queste hot lines raccontate nel film sono maschi bianchi che magari si mascherano dietro famigliole all'apparenza felici e moralmente ineccepibili.Il film è gustoso più per le singole notazioni che per il discorso complessivo,più per i bozzetti e i particolari(vedi anche la maglietta contro le top models indossata da Naomi Campbell) che per l'impianto narrativo che risulta a tratti confuso proprio perchè perso dietro a tutte queste deviazioni e note a margine.E'un film che fa sorridere sulle debolezze altrui che ci descrive un call center erotico come coacervo di bellezze tra di loro complici(quasi fantascienza che in un lavoro simile non ci sia selvaggia competizione tra le ragazze),una serie di telefoniste a cottimo che più parlano e più incassano,un nuovo modo di prostituirsi per interposto mezzo tecnologico,in questo caso il telefono.Forse troppa grazia,perchè ci sono troppe bellezze in quel call center,troppo moralismo perchè la Girl 6 del titolo si erge quasi a buona samaritana e addirittura vorrebbe conoscere uno dei suoi clienti fissi,troppa speranza rivolta verso la mecca del cinema ,Hollywood ,quando l'alma mater New York nega alle sue figlie il tanto agognato successo.Indiubbiamente un film minore di Spike Lee ma non per questo da sottovalutare o da guardare con sufficienza in cui a tratti viene fuori tutto il suo razzismo,adagiato su belle musiche di Prince e insolitamente infiocchettato da molte brevi apparizioni di celebrità che si prendono in giro amabilmente in una sorta di autofustigazione pubblica.E per una volta Spike Lee attore si ritaglia una parte da grillo parlante non esattamente gradevole....
regia vivace,adeguata allo strano contesto
bella e brava
anche lui meriterebbe fortuna migliore al cinema
grillo sparlante
non male
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