Regia di Spike Lee vedi scheda film
"Girl 6" ci propone l'affabulante poesia di un call center erotico che, nella visione sostenuta dal film, è un misto di arte e servizio sociale e rientra nelle buone cose della vita, anche se appartiene esclusivamente alla magica sfera dei sogni. Finché la perversione è pura fantasia, è apparentemente un gioco innocuo, che non fa male a nessuno; però è anche solo un palliativo rispetto ai grandi drammi dell'esistenza. Basta poco a far crollare l'illusione e lasciar irrompere l'incontenibile violenza della realtà. Lo sguardo gioioso e nitido di Spike Lee si posa con amore sulle sue donne dagli occhi fulgidi e dai visi luminosi, di cui esalta il garbo e la fresca passionalità. Per una volta, la problematica razziale rimane ai margini, ma è comunque trattata con grande forza narrativa. Ottimi gli inserti contenenti citazioni parodistiche dei cliché afroamericani nelle produzioni cinematografiche e televisive. Le vicende personali della protagonista toccano problematiche legate all'etica della finzione (a pagamento) e alla psicologia della recitazione, sulle quali la superficialità dello showbiz beatamente sorvola. Il finale è candidamente moraleggiante, ma questa è l'inconfondibile e inevitabile chiusa di tutte le commedie firmate dal grande Spike.
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